Serie televisiva disponibile su Disney+Heavenly Delusion, o Tengoku-Daimakyo, adattamento del manga di Masakazu Ishiguro, in Italia per Star Comics, racconta in maniera superba di due storie che sembrano del tutto slegate tra loro. Sembrano, appunto, perché la serie gioca molto sui concetti di “apparenza” e “realtà”.
 
Recensione Heavenly Delusion
 
Esiste un mondo esterno al di là di questo. Tuttavia è un mondo schifoso, un inferno popolato da mostri ignobili”.

Due strade paiono non incrociarsi mai: una sembra il Paradiso, l’altra l’Inferno. Non importa dove o come vivi, la sola esistenza di un luogo sconosciuto ti spinge a cercarlo, la curiosità non la puoi tenere a freno.

Anno 2024 (non ci portiamo sfiga, sarà un anno bellissimo). Una catastrofe misteriosa si è abbattuta sulla Terra; il mondo è al collasso, i superstiti sono pochi e cercano di organizzarsi al meglio, a volte seguendo una strada violenta, a volte pacifica.
Anno 2039. Maru e Kiruko viaggiano per queste lande sconosciute e piene di edifici in rovina, per quanto l’idea originale fosse quella di un paesaggio ancora più deserto. L’essere umano riesce a sopravvivere, organizzarsi in qualche modo, creare dei microcosmi. Ma sopravvivere non basta, si vuole vivere, si vuole dare un futuro a questo mondo.
 
Recensione Heavenly Delusion
 
Avevo trascorso la mia vita limitandomi a seguire gli adulti”.

I protagonisti non hanno idea di cosa sia realmente accaduto, tanto giovani da essere nati proprio in quell’anno disastroso o poco prima. Kiruko, una tuttofare, guardia del corpo di Maru, segue un compito affidatole da una giovane in punto di morte: accompagnare il ragazzo in un luogo non precisato ma identificabile come paradiso; in realtà dovrà seguire una particolare missione raggiunto quel luogo, che verrà in parte spiegata col passare del tempo.

I ragazzi, durante la loro ricerca del paradiso, dovranno affrontare spesso dei mostri, chiamati mangiauomini o Hiruko (un richiamo, e non sarà l'unico, alla mitologia giapponese), creature misteriose e pericolose, con l’utilizzo di una particolare pistola lasciata a Kiruko dalla donna che le ha affidato Maru. Una pistola capace di distruggere i mostri grazie a un raggio potentissimo. Anche Maru però, nonostante Kiruko sia la sua guardia del corpo, non è del tutto indifeso.

La prima parte si concentra sull’esplorazione dell’ignoto. Il viaggio sarà lungo e caratterizzato dall’esplorazione di ambienti diversi e incontri con persone di ogni tipo; d’altronde sono alla ricerca di un luogo chiamato “paradiso”, un termine generico che può essere qualsiasi luogo.

Kiruko, però, non ha come obiettivo solo quello di proteggere Maru, ma approfitterà del viaggio anche per ritrovare due persone del suo passato: un misterioso medico e Robin Inazaki.
Avremo modo di conoscerli grazie a un flashback ambientato nell'anno 2034. Flashback che racchiude la base della storia immaginata dall'autore dai tempi dell'università: una corsa su un circuito e la distruzione della terra.

Questa parte ha una narrazione molto veloce, frenetica; sin dalla prima puntata, i protagonisti sono soltanto due, e sembrano nascondere molto sul loro passato, anche a loro stessi. Ottimamente caratterizzati, creano una forte empatia emotiva con lo spettatore.
 
Recensione Heavenly Delusion
 
Vuoi uscire dalle mura?

Anno 17 Ten'ei, ci troviamo all’interno di una costruzione artificiale e complessa, una specie di orfanotrofio completamente chiuso, recintato da alte mura. Non si vede nulla dell’ambiente esterno, cielo compreso. L'ambiente  è sofisticato e quasi fantascientifico, completamente computerizzato, e gestito da un'emblematica figura chiamata Miina. Ragazzi tra i cinque e i quindici anni vivono al suo interno senza alcuna figura genitoriale o guida, lasciati completamente a loro stessi.

L’adolescenza è un periodo difficile, e viverlo senza freni, senza alcuna conoscenza, porta alle più naturali conseguenze (il che ricorda l’ottimo Shinsekai yori in alcune sequenze). Questi giovani non hanno idea di come sia un neonato, non hanno idea di nulla, completamente ignari del mondo vivono una purezza paradisiaca. In questo infatti l'istituto ricorda proprio il giardino dell’Eden.

Cosa c’è al di fuori delle mura? Non sembrano minacciati da giganti, non sembrano vivere in una fattoria, ma le similitudini con altre opere celebri terminano qua. Da quanto affermato, anche dalla stessa direttrice dell’istituto, non sembra esserci alcun grande segreto, vivono in un paradiso rispetto all’inferno esterno.

Non ci sono minacce, non ci sono mostri, la narrazione scorre più lentamente, si respira un’aria completamente diversa rispetto alla prima parte della storia. I protagonisti sono tanti, non si avrà neanche il tempo di conoscere il nome di ogni bambino. I più importanti verranno approfonditi quanto basta per suscitare o meno simpatie nello spettatore.
 
Recensione Heavenly Delusion
 
Quando penso di voler uscire dalle mura vedo due persone che vengono in mio soccorso e il volto di una di loro è identico al tuo, Tokio.

Ogni bambino possiede una propria peculiarità, alcuni consapevoli e in grado di padroneggiarla, altri lo scopriranno mano a mano nel corso dei singoli episodi, insieme allo spettatore. Nella struttura sono presenti anche degli adulti, nonostante alcuni di loro siano semplici operai che lavorano senza porsi domande sullo scopo della loro mansione. Alcuni luoghi sono inaccessibili ai bambini, ma nulla può frenare la curiosità tipica di quell’età; basta lasciar loro un’occasione e la coglieranno.

Forse un test chiamato vita o forse un’estrema curiosità quasi proibita, un fulgido richiamo (e interessante chiave di lettura) alla mela del giardino dell'Eden; e la conseguenza di tale scelta porta alla conoscenza di un qualcosa di spaventoso, sconvolgente, come è il crescere, diventare adulti.

La serie permette di gustarsi questi tredici episodi con tranquillità, facendoci ridere nei momenti comici, arrabbiare davanti alle ingiustizie, tifare per il nostro personaggio preferito e convincerci che, nonostante tutto, probabilmente non abbiamo capito nulla della serie. In realtà è tutto un intricato puzzle: la serie semina dubbi nello spettatore e risponde poco per volta con indizi astutamente disseminati in ogni episodio. Potremmo appuntarci nomi, date o perfino ricordarci le sembianze di ogni singolo personaggio, ma continueremmo a non scoprire la verità, poiché è tutto studiato appositamente per confondere. Effettivamente le date sono la parte che può creare più confusione. Notate come nella storyline di Maru e Kiruko si segua una datazione classica, mentre all’interno della struttura le date seguono il nengō, ovvero le ere giapponesi corrispondenti al nome dell’imperatore nel periodo in carica? Il tutto crea ulteriore confusione.

Gli elementi chiave sono le frasi, i gesti, quanto ci viene mostrato, magari anche solo per alcuni frame. Osservando attentamente si potrebbe ricostruire questo intricato puzzle, anche in modo parziale.
 
Recensione Heavenly Delusion
 
E se, da qualche parte lì fuori, la civiltà fosse già stata ristabilita?"

La visione di questi 13 episodi copre fino al sesto volume del manga, iniziando appena il settimo. In Giappone siamo arrivati al nono, disponibile da pochi giorni, perciò il materiale inedito non copre attualmente spazio sufficiente per un’altra serie. Anche volendo non avrei pensato a momento più propizio per farla terminare; in questa parte ci sono tutti i dubbi a cui possiamo dare una nostra risposta sulla base degli elementi forniti dalla serie stessa. Il manga ha superato questa fase, iniziando a dare risposte tanto esplicite come mai le si era avute in precedenza. Se a questa serie potremmo dare il nome “domande”, una prossima potremmo invece intitolarla “risposte”.

La serie mantiene molti momenti allegri ma alcuni sono tragici, violenti, come sa esserlo la realtà. Diverse scene riescono a trasmettere particolari e forti sensazioni allo spettatore, non sempre positive.
Ogni singolo personaggio è caratterizzato in maniera superba, ogni adolescente sta lottando per mantenere quella sorta di genuinità, di purezza, spesso finendo per perderla anche non volendo. 
 
Le animazioni sono a cura dello storico studio Production I.G (Psycho-PassHaikyuu!! e prossimamente anche Kaiju No. 8). La serie è stata completata prima della messa in onda per cui ha avuto un tempo di gestazione sufficiente.
Le scene d’azione, come quelle presenti nel primo episodio affidato a Hirotaka Mori (regia e storyboard), sono maniacalmente riprodotte dando un senso di realismo allo spettatore.

L’episodio dieci in particolare gode della regia di Kai Ikarashi (nello specifico ne cura anche le animazioni chiave); le sue immagini sono capaci da sole di creare una forte tensione nello spettatore, offrendo una visione più estrema, capace in pochi frame di passare da uno spiccato senso di realismo a volti e corpi tanto distorti da rasentare lo stile deformed. In generale le animazioni riescono ad adattarsi al tipo di situazione rappresentata, in modo da coinvolgere il più possibile lo spettatore nell'avvenimento del momento, sfibrando colori e segmentando le sequenze. La serie non ha paura di rinnovarsi, sperimentare, fornendo al contempo una cura per i dettagli da applausi.

Ogni fotogramma è importante per comprendere il senso dell’opera, i tanti significati nascosti, ma con un tale comparto tecnico, diventano un piccolo gioiello, un paradiso per gli occhi. E la cura per i dettagli inizia direttamente dalla sua brillante opening, creata in gran parte da Weilin Zhang: sue la regia, lo storyboard e anche alcune animazioni chiave. Per approfondimenti vi rimando a un articolo dedicato di qualche tempo fa.
 
Tengoku Daimakyou - Innocent arrogance [BiSH]
 
Mou ikkai
Erabenai mirainaraba bokura ga erabu wa nanda?


"Sei pronto?
Se noi non possiamo scegliere un futuro, allora cosa possiamo scegliere?
"


Il testo dell'opening "Innocent Arrogance" cantata dalle BiSH (curarono in passato la seconda opening di Black Clover, "PAiNT it BLACK") ben esprime quel senso di disagio disarmante che respiriamo in alcuni momenti. Quasi in contrasto, l'ending "Dare mo Kare mo Doko mo Nani mo Shiranai" del duo ASOBI Doumei risulta più allegra, scanzonata.
 
Tengoku Daimakyou - Dare mo Kare mo Doko mo Nani mo Shiranai [ASOBI Doumei]

Il comparto musicale è affidato alle sapienti mani di Kensuke Ushio, eclettico artista capace di curare serie complesse come Heike Monogatari e Chainsaw Man, senza dimenticare l'ottimo lavoro svolto su Japan Sinks: 2020. La musica è una componente cruciale in questa avventura, contribuendo, al pari delle animazioni, nel coinvolgere e a creare quella particolare atmosfera di disagio durante la visione di determinati momenti. Per quanto riguarda la colonna sonora, ricordo la bella e triste “I Love You” dell'episodio 8 o “Disease” dell'episodio 5.

Per quanto riguarda il doppiaggio possiamo evidenziare l'ottimo lavoro di Misato Fukuen su Mimihime (in precedenza aveva doppiato Himiko Toga in My Hero Academia e Natsuki Oikawa in Dance Dance Danseur). I protagonisti sono affidati a due talentuosi artisti come Gen Satō (Chrome in Dr. Stone) e Sayaka Senbongi (Kikuri Hiroi in Bocchi the Rock!, Shuna in That Time I Got Reincarnated as a Slime). Tra gli altri nota a parte merita Kazuya Nakai (Roronoa Zoro) su Robin.
 
Recensione Heavenly Delusion
 
"In ciascuno di noi, sono presenti l’inferno e il paradiso" scriveva Oscar Wilde in Il ritratto di Dorian Gray. Heavenly Delusion narra di un particolare viaggio, quello dell’adolescenza, quando si è pieni di domande e si temono le risposte: le si cerca in ogni dove, trovandole solo dentro noi stessi.