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Era da tanto che non mi capitava un anime del genere.
L’ho adorato, divorando letteralmente ogni puntata.
Ogni storia aveva un suo fascino e l’ho seguita con enorme interesse.
Se dovessi scegliere una preferita, direi che la prima storia è stata quella che mi ha catturato.
Invece, la storia che mi è piaciuta di meno è stata quella con il bandito che compie tutti quegli omicidi per soddisfare la moglie.
Quello che mi ha fatto storcere il naso sono stati tutti gli elementi anacronistici inseriti: che senso ha avuto che il bandito, mentre approcciava le vittime da derubare, avesse nelle orecchie le cuffiette dell’ipod e masticasse il chewing gum?
O come la scena iniziale: il povero viandante che deve cedere tutto ciò che ha al bandito, sotto alla veste mostra di avere quella che ricorda un’Armatura d’Oro e si mostra pronto a dirne quattro al bandito.
Ma dopo che il bandito gli tira un ceffone, il viandante cede e si spoglia di tutto quanto, ridacchiando quando gli viene fatto notare che in realtà è pelato e quello che indossa è un parrucchino.

Questo è stato un ottimo mezzo per conoscere storie della letteratura classica giapponese, dovrebbero fare più anime di questo genere.