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stefanchenco

Episodi visti: 13/11 --- Voto 5
Scrivo questa recensione dopo aver visto anche i due OAV conclusivi perché il finale della serie non spiega granché, almeno così, più o meno, ho capito qualcosa. La serie va vista con anche questi ultimi, altrimenti è inutile. Purtroppo nel mio caso hanno solo confermato il voto per il lavoro fatto riguardo tutta l'opera...

Regia: 6
Forse a causa della sceneggiatura decisamente complessa, ma non riesce mai a decollare. E' tutto decisamente confusionario e sia le tempistiche degli avvenimenti, sia il modo in cui sono raccontati non aiutano.
E' un anime che fa del mistero il suo punto di forza e si è scelto di svelare poco alla volta la verità sulle vicende che girano intorno al protagonista. Normalmente trovo che mostrare tutto un po' come viene visto da quest'ultimo sia la scelta migliore, però bisogna saperlo fare. Quando poi le vicende sono davvero molto complesse, bisogna lasciare un po' andare e mostrare qualcosa, altrimenti si brancola troppo nel buio. La mia sensazione è stata di confusione fino al penultimo episodio, dove finalmente si capisce gran parte della trama per arrivare ad un finale, al contrario, troppo semplicistico. Per me si è voluto esagerare creando un'aura di mistero troppo fitta rendendo un'illusione la seriosità eccessiva dell'anime, quando in realtà non ce n'era bisogno.

Sceneggiatura: 6
L'idea di base ci sta, non innovativa, ma a suo modo originale. Non entro nei particolari perché rovinerei i primi due episodi. Il problema è che fino al penultimo episodio si è in balia di quello che succede perché non ci si capisce niente. I personaggi fanno un po' quello che vogliono, compaiono e scompaiono continuamente in questa specie di gioco strano per un futuro migliore, e tu come il protagonista sei in mezzo alle onde a cercare di capire dove dirigerti nuotando per arrivare a riva e capire dove sei finito. La storia poi ha in sé alcuni buchi e forzature dovuti al filo logico della trama che va seguito per forza, devi quindi farti andare bene alcune scene non proprio perfette.
Di per sé la sceneggiatura è anche buona, però esagerata. Semplificandola o aumentando il numero di episodi, forse sarebbe andata meglio.

Caratterizzazione dei personaggi: 4,5
Le azioni che intraprendono tutti, protagonisti e non, sembrano un po' a casaccio. Hanno tutti un piano (anzi quasi tutti), ma è sempre un po' fumoso e le azioni per completarlo lasciano vari dubbi. I personaggi "secondari" sono in balia dei due personaggi principali, sembra quasi che "ci facciano" e basta. Non dico che in generale siano tutti stati creati male, forse se mi trovassi nella loro situazione anch'io mi comporterei in parte in certi modi, tuttavia non si empatizza con nessuno e non si comprende appieno neppure cosa vogliano fare. Con gli OAV le cose peggiorano pure, alcuni non sembrano neppure impegnarsi per portare a termine il "gioco" a cui cui partecipano. Per me non ci siamo.

Design: 3
Mamma mia che brutto stile. E poi mancano un sacco di dettagli, in primis le figure per intero delle persone. Le animazioni di alcune cose poi sono visibilmente fatte in CGI mentre il resto si stacca visibilmente, e non è un gran bel vedere. Ok che scrivo questa recensione nel 2024 (ma l'avevo vista anche prima), però per essere fatto nel 2010 la qualità non è all'altezza neppure di quel periodo. Faccio fatica a salvare qualcosa, a parte certi dettagli fatti meglio come i cellulari dei personaggi principali e poco altro.

Sonoro: 5
Sorprendente la sigla iniziale degli Oasis, gruppo che non mi piace, ma che ha fatto una sigla all'altezza ed attinente all'atmosfera dell'anime. A parte questo niente di che. Poteva starci qualche musica di sottofondo nelle scene più misteriose o qualche suonata quando i due protagonisti erano da soli, invece nulla. Non riesco a far arrivare alla sufficienza neppure questa parte.

In definitiva: non mi è piaciuto, tantissima carne sul fuoco mal gestita e buttata li per sembrare letteralmente gustosa quando in realtà sembrava più un mucchio di idee messe lì senza una logica.
Anche oggettivamente non riesco a promuoverlo, poteva essere fatto tutto meglio, e invece si è esagerato o ci si è persi in tantissime cose.
Non riesco a suggerirlo a nessuno. Peccato perché l'idea di base, ripeto, era buona, ma è stata gestita con i piedi.


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Felpato12

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7,5
Un tassista giapponese domanda a un onesto cittadino: “Signore, se qualcuno le desse dieci miliardi di yen e le chiedesse di migliorare questo Paese, come li userebbe?”. Il cittadino lo guarda con aria sbigottita, ci pensa su per qualche secondo e risponde…

“Higashi no Eden”, anche noto col titolo di “Eden of the East”, è una serie animata di undici episodi, trasmessa in Giappone nella primavera del 2009. Ideata, scritta e diretta da Kenji Kamiyama, con musiche di Kenji Kawai e character design di Chika Umino, l’autrice di “Un Marzo da Leoni”, la serie animata, prodotta dallo studio Production I.G., si conclude con due film usciti rispettivamente nel 2009 e nel 2010, dal titolo “Eden of the East – The King of Eden” e “Eden of the East – Paradise Lost”.

Lunedì 22 novembre 2010: undici missili colpiscono il Giappone, senza mietere alcuna vittima. Questa giornata, che verrà in seguito ricordata come lo "Sconsiderato Lunedì", genera stupore e panico nei cittadini giapponesi, che cercano presto di dimenticarla. Tre mesi dopo, Saki Morimi, una studentessa giapponese in viaggio a Washington, si imbatte, davanti alla Casa Bianca, in un ragazzo dall'identità sconosciuta, nudo e in possesso solo di un cellulare e una pistola, che la salva da un'incomprensione con la polizia. I due sono subito in sintonia e, dopo aver fatto l’uno la conoscenza dell’altra, rientrano in Giappone, dove il ragazzo si mette ben presto alla ricerca della sua identità e del motivo per cui nel suo cellulare sono contenuti più di otto miliardi di yen.

La visione del primo episodio di “Eden of the East” è paragonabile ad un’esperienza bizzarra e surreale, d'altronde, non è cosa da tutti i giorni imbattersi in un uomo nudo armato di pistola. Nonostante ciò, la serie mi ha ispirato sin da subito grande familiarità, merito del character design inconfondibile di Chika Umino. Gli episodi si susseguono mantenendo un ritmo discreto, mai serrato, ma neanche troppo blando. C’è un mistero da risolvere e la sua risoluzione richiede l’aiuto di persone fidate, gli amici e colleghi universitari di Saki, che si scopriranno essere gli ideatori del motore di ricerca delle immagini denominato Eden of the East, da cui la serie prende il nome. I personaggi coinvolti nella risoluzione di quello che finisce per diventare un autentico caso di cronaca sono tanti, soprattutto considerando la brevità della serie, ma ognuno di loro si distingue per un tratto caratteristico, finendo col farsi apprezzare al pari dei protagonisti. Poco alla volta, come accade in tutte le storie di questo tipo, il mistero inizia a dipanarsi. Ogni episodio riserva allo spettatore una nuova rivelazione, anche se molto viene detto, o meglio, lasciato intendere dagli enigmatici dialoghi caratteristici della serie. Fino all’ultimo episodio, “Eden of the East” si tiene su un buon livello, ma senza mai far saltare lo spettatore dalla sedia. Il finale ha un che di poetico, ma lascia un forte senso di insoddisfazione. A conti fatti, per quanto l’ultimo episodio si possa considerare conclusivo, la serie animata non fornisce una risposta a tutti i quesiti sollevati nel corso delle puntate, richiedendo una necessaria integrazione con i due film successivi. La serie in sé è buona, merito soprattutto della storia originale e fresca, ma il finale è troppo incompleto per lasciare veramente appagato lo spettatore, che avrà la sensazione, al termine delle undici puntate, di essere rimasto con un pugno di mosche in mano.

La serie tratta discretamente bene temi politici e sociali, meglio approfonditi nei due film conclusivi. In particolar modo, “Eden of the East” cerca di fornire una risposta alla domanda iniziale e lo fa affrontando un problema tanto diffuso in Giappone, allora come adesso, quello dell’aumento dei NEET nel Paese. Alla difficile domanda, la serie non fornisce una risposta unica e definitiva, perché probabilmente neanche c’è, ma ne propone una più approssimativa, indicando quale sarebbe un buon punto di partenza per un Paese che voglia migliorarsi. Piuttosto che investire nelle armi o in un qualsivoglia settore del terziario, bisogna prima creare una nazione unita e compatta e ciò è possibile reintegrando nella società quegli individui visti etichettati come inetti. Anche i NEET hanno la propria dignità e il loro stare chiusi in casa non li rende meno intelligenti del laureato di turno già ben inserito nel mondo del lavoro. Tutti quanti noi possediamo un potenziale inespresso ed è compito della società riuscire a farlo emergere, ma fino a quando esisterà il pregiudizio e ci saranno sempre due pesi per due misure, questo non sarà mai possibile e la società continuerà a recludere potenziali menti brillanti nelle proprie misere “case” da quattro tatami e mezzo.

Molto buono il comparto tecnico ed estremamente suggestivo quello musicale, con l’opening degli Oasis a introdurre ogni puntata. Belle le musiche, ma usate in modo inadeguato, in alcune situazioni.

A mio modesto parere, “Eden of the East” non è uno di quegli anime che ti cambia la vita, ma ispira certamente interessanti riflessioni e, per questo motivo, da vedere.


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Focasaggia

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5,5
«Eden of the East» (originalmente "Higashi no Eden") è un anime, a cura dello studio di animazione Production I.G che ben intrattiene lo spettatore, originale e leggero ma che non sfrutta pienamente l'interessante idea di base.

Bizzarro incontro quello fra Morimi Saki e Takizawa Akira in un paese così lontano dalla loro terra natia, la prima intenzionata a fare qualcosa di innocuo che viene reputato pericoloso, il secondo a fare qualcosa di pericoloso in maniera candida. Dopo alcune peripezie rocambolesche i due diventeranno amici e, mentre l'affetto fra i due crescerà, un gioco micidiale metterà in pericolo l'intero Giappone.

Il gioco in questione è il vero protagonista della storia, in quanto tutti gli avvenimenti avranno come filo conduttore il mezzo con cui accadano, gli ordini impartiti attraverso quel cellulare affidato casualmente a 12 prescelti che saranno obbligati a parteciparvi. Essi dovranno rispondere ad un quesito: come rendere il Giappone un paese migliore avendo come budget l'immensa cifra di 10 miliardi di yen, che disporranno solo attraverso ordini vocali dati al cellulare. Quei soldi potranno essere spesi in qualunque modo si decida di utilizzarli, legale o meno che sia, che possa soddisfare solo il proprio interesse o dovesse mettere in pericolo chi si dovrebbe aiutare, tutto sarà concesso. Parliamo di un gioco dove in palio oltre alla propria vita, in quanto una volta terminata la somma senza risultati si viene uccisi, c'è il destino del Giappone. Juiz, la voce che sentiremo al telefono, un'amica che tutti vorremmo, capace di esaudire i nostri desideri, qualunque essi siano, ma ad un prezzo forse più alto di quello che si crede. Il motto "Noblesse oblige" vale per chi è di stirpe nobile, ma di nobiltà ne vedremo poca nella serie.

L'idea di base è davvero suggestiva, intrigante, il protagonista agisce in maniera imprevedibile e ogni personaggio coinvolto ha una sua concezione personale del gioco, in definitiva la serie dopo un buon inizio prima esplode per poi implodere su se stessa. Dei 12 partecipanti ne vedremo pochi, alcuni solo di sfuggita, di altri non capiremo l'agire, di altri verrà dimenticata l'esistenza durante lo svolgersi del gioco, solo dei protagonisti verranno approfonditi intenti e psicologia, lasciando tanti vuoti che non si sono voluti colmare, cito ad esempio il personaggio di Kuroha Diana Shiratori, sue alcune delle scene più suggestive dell'opera.

L'obiettivo da raggiungere in realtà è di quanto più indefinito possa esserci, buon argomento per una lezione di filosofia all'università ma pessimo traguardo pratico, migliorare un qualcosa è di soggettiva interpretazione, l'operato dei partecipanti non può essere giudicato imparzialmente ad esclusione di ovvie infrazioni.

Le animazioni, a cura dello studio Production I.G. (celebre per anime quali "Psycho-Pass", "Ghost Hound", "xxxHOLiC", le serie televisive di "Ghost in the Shell", per poi specializzarsi in anime sportivi quali "Kuroko no Basket", "Run with the Wind" e "Haikyuu!! ") fanno il loro lavoro senza eccellere. Buoni i disegni. Da segnalare che l'opening originale è "Falling Down" cantata dagli Oasis, scelta indovinata. Lato doppiaggio buon lavoro dei protagonisti, per Saki la talentuosa Saori Hayami (Shinobu Kochō di Demon Slayer e Hōhō Fū di Hitori no Shita - The Outcast, etc.) e per Akira l'esperto Ryōhei Kimura (fra i tanti: Aki Kuga di Kamisama Dolls, Judal delle trasposizioni di Magi e il perfido Shura di Akame ga Kill!).

Il vero finale non lo vedremo all'interno della serie, per questo si dovranno attendere i due film successivi "Eden of the East - The King of Eden" e l'ultimo "Eden of the East - Paradise Lost", frammentare una serie animata in questo modo rende più difficile seguirne l'intera trama. Al termine del tutto si comprenderà come e perché nasca il progetto non riuscendo a riempire i tanti vuoti creatisi lungo la serie.

Da consigliare a chi cerca un qualcosa di leggero e di inconsueto, una storia d'amore bizzarra, a chi piacerà la serie si suggerisce di visionare, dove possibile, i due film.


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filod'arianna

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Anime che nel complesso definirei "strano". L'inizio, e parlo proprio solo della prima puntata, simpatica, d'azione e che m'è sembrata piena di promesse che devo dire essere state tutte quante disattese.
Nonostante l'evoluzione dei fatti ed un finale che tutto sommato offre spiegazioni sulle cose accadute non ci ho trovato mordente, non mi sono sentita coinvolta, né tanto meno i personaggi con le loro caratterizzazioni mi han dato particolare simpatia/antipatia, escludendo il personaggio principale Takizawa, caratterizzato "sopra le righe", lontano dagli standard se escludiamo aspetti che emergono giusto sul finale che ho trovato un po' stiracchiati.
Fragile e superficiale la struttura narrativa per entrambi i generi.

Comparto tecnico, a mio gusto, normalmente buono, bella la sigla di apertura degli Oasis "Falling Down" che insieme a parte della colonna sonora è tutto ciò che ricordo con piacere.
Il 6 lo do perché sono riuscita a non interrompere la visione, perciò mi sembra giusto dare la sufficienza.


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Zenzero

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7,5
Sono passati anni da quando ho visto un'intera serie anime, l'ultimo tentativo, "Midori no Hibi", è stato droppato senza pietà. Per quanto riguarda i manga invece la cosa non va meglio, ho in pausa "Liar Game", "Beelzebub" e credo altri due o tre titoli.
Questa piccola introduzione per far comprendere a chi legge che se sono riuscito a portare a termine queste 11 puntate (in una settimana circa) significa che "Higashi no Eden' è stato una bella sorpresa. Seppur partito lento mi ha coinvolto e trascinato fino all'ultima puntata con piena soddisfazione e con curiosità nell'attesa di vedere i due film che ne seguono.
Non siamo di fronte ad un capolavoro sia chiaro, in così poche puntate è stato difficile caratterizzare i personaggi e la storia è portata avanti così velocemente che non è esente da buchi narrativi, ma la grafica e la trama, che reputo piuttosto originale, sono decisamente apprezzabili.
Il protagonista, Takizawa Akira, e la co-protagonista, Misaki Mori, formano una strana coppia, se coppia si possono definire. Sarebbe stato sicuramente meglio approfondire la loro relazione, conoscere qualcosa in più sul loro passato, il fatto che non vi sia una conclusione lascia sperare che qualcosa venga elaborato meglio nei film.
Non si può quindi definire questa recensione sull'opera totale, ma solo per la prima parte. Mi sbilancio con un 7,5.


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Scarlett7

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
"Higashi no Eden" è una serie del 2009 composta da undici episodi prodotti dalla I.G. Production.

Il 22 novembre 2010 sarà ricordato come lo “Sconsiderato Lunedì” poiché sono stati lanciati undici missili in Giappone senza causare alcun ferito. Qualche tempo dopo, Saki Morimi, si imbatte in un ragazzo nudo con in mano un telefono e una pistola. Il ragazzo, che si fa chiamare Akira Takizawa, andrà via dall’America con la ragazza per dirigersi in Giappone con l'intento di scoprire la sua vera identità, il segreto di quel misterioso telefono con sopra più di otto miliardi di yen, della Selecao e del gioco in cui è coinvolto.

La trama sembra intrigante e il numero di episodi ne incoraggia la visione, tuttavia questa serie non è esente da problemi di carattere narrativo. Qual è il problema? La narrazione fa totalmente pena! Inizialmente la serie ha catturato subito la mia attenzione, ma poi non si sa cosa sia effettivamente successo e c’è stato un crollo repentino. Credo che gli stessi autori fossero confusi su più punti ed hanno perfettamente trasmesso questa loro confusione allo spettatore.
In più, aggiungiamo che ad ogni domanda che si pone il protagonista e, allo stesso modo, anche lo spettatore, viene data una risposta non del tutto esaustiva o di ardua comprensione... Ed il gioco è fatto!
Ad esempio, nell’episodio sei ci viene spiegato cos'è “Eden of the East”, ma la spiegazione data è talmente criptica da lasciare qualche perplessità e, sinceramente, soltanto visionando gli episodi successivi mi è stato possibile comprendere a fondo il significato dell’Eden of the East, anche grazie alla spiegazione più che semplicistica di Ohsugi.

Inoltre, penso che dovrebbe essere illegale produrre una serie di undici episodi e inserire così tanti personaggi da non sapere quale deve essere caratterizzato e quanto deve esserlo. Perché non solo non abbiamo un approfondimento dei personaggi, ma nemmeno una loro caratterizzazione! Non ti affezioni a nessuno, non stimi nessuno, non ti identifichi con nessuno, niente! Al massimo puoi provare simpatia per Takizawa e Pantsu, quelli che sono stati graziati e quindi hanno ricevuto quel briciolo di caratterizzazione che serve, insomma il classico q.b. che si trova in qualsiasi ricetta. Purtroppo devo ammettere che Takizawa presenta diverse lacune e, nonostante sia il protagonista maschile, è superficiale e anonimo.
La stessa protagonista femminile, Saki, è incredibilmente anonima, non si sa perché si fidi così spassionatamente o se sia innamorata di Takizawa, perché snobbi Ohsugi e le sue attenzioni, insomma… è una protagonista spoglia. Su Saki Morimi, posso solo affermare, con una certa ironia, che, nell’intera serie, ha visto più “Johnny” che missili nel cielo.
Gli altri personaggi come Ohsugi, Micchon, Onee, Haruo e Hirasawa sono inutili e parecchio anonimi, così come la sorella con tanto di marito e i Selecao, mentre quella pazza della Selecao XI poteva essere migliorata, ma hanno preferito non farlo… un vero peccato, essendo l'unica ad avere un minimo di potenziale!

Il finale della serie, aperto per la presenza anche dei film, continuo a vederlo come un fenomeno paranormale a cui non credo si possa dare una spiegazione logica.

Attenzione: inizio spoiler
Praticamente Takizawa si definisce un terrorista, mentre in verità è un eroe! Raduna i 20.000 NEET che aveva mandato a Dubai per tre mesi, senza un motivo apparente, per sventare l’attacco dei sessanta missili che cadono su tutto il Giappone grazie all’aiuto di Juiz, senza minimamente capire la strategia adottata. E' un completo mappazzone!
In tutto ciò, Takizawa si è cancellato la memoria... per non ricordare dei 20.000 NEET o per non ricordare di essere un completo imbecille? Non si sa!
Infine, come se non bastasse, si proclama re di un nuovo mondo (questa cosa mi ricorda molto Light Yagami di "Death Note") per quale motivo? Non si sa!
Fine spoiler

Non ho parole.

Passiamo alla parte grafica che è meglio. Il tratto inconfondibile di Chika Umino lo riconoscerei tra mille, credo di essermi abituata al suo tratto anche se posso affermare con convinzione che, per quanto concerne il chara design, ho visto di meglio! Le ambientazioni e i fondali sono buoni, ma non eccelsi.
Mi ha stupito sapere che questa serie avesse come opening la bellissima “Falling Down” degli Oasis, è stata una scelta piuttosto inusuale se si pensa che generalmente le opening e le ending per gli anime sono per lo più cantate in giapponese.
In contrasto, troviamo una ending made in Japan molto carina e abbastanza ritmata.

La serie si salva con una sufficienza quasi regalata.


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Memoriaz

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
L'opera è particolare, non è il classico anime che possiamo vedere ogni giorno.
La storia è molto interessante: 12 persone si ritrovano con un telefono "speciale" sul quale è caricato un credito dalla cifra spropositatamente alta. La loro missione sarà salvare il paese, frase molto vaga non sapendo appunto cosa si intende esattamente con "salvare il paese". Da cosa? Da chi? Da che punto di vista (economico, politico, bellico, sociale ecc...) bisognerebbe salvare il paese? Queste sono poche delle domande che suggestioneranno lo spettatore durante la visione di Eden of the East.
La storia incomincia molto bene con un inizio accattivante che vi terrà incollati allo schermo, successivamente quest'ultima sarà caratterizzata da un intricato intreccio che farà nascere tanti interrogativi allo spettatore rendendo la visione più appetibile. Il modo in cui è strutturato l'anime è particolare, ci sono i primi undici episodi seguiti da due film che fungeranno da continuazione della trama. Ciò diversifica il tipo di visione dell'opera rendendola diversificata e ricca.
I disegni sono ben fatti rendendo il comparto visivo fluido e suggestivo. La colonna sonora è ottima: un buon accompagnamento che migliora l'anime nel complesso. Da premiare l'opening, a dir poco fantastico sia dal punto di vista visivo che dal punto di vista musicale.
La mia valutazione complessiva è 8. Voto motivato dalla colonna sonora, dai disegni, dall'opening e dall'idea dalla quale nasce la trama dell'opera. Non assegno un voto superiore perché il fitto intreccio dell'anime tende ogni tanto a rendere confusionaria l'atmosfera generale.


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winterbird

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Sinceramente questa serie fa un capitombolo peggiore con ogni nuovo passo in avanti nella trama. Partito bene, sembra interessante e per nulla scontato... Poi fallisce miseramente scadendo nel più allibente caos tematico: perde carica, si distrae, non riesce a concludere, prende tempo e quindi perde coerenza. Nel complesso si può dire che non abbia il minimo senso e sia una perdita di tempo - nonostante l'inizio originale e abbastanza accattivante. I disegni non sono male, ma non riescono comunque a trasmettere particolarmente le emozioni profonde dei personaggi come tanti altri; buona colonna sonora, che però da sola non basta.

Appena si sia terminata la visione di questa serie si sentirà il bisogno di sfogarsi con un bel: "Ma fare una serie in questa maniera che senso e che valore potrà mai avere?".

Riassumendo: sconclusionato e mal strutturato a parte per le premesse presentate alla sua partenza, che appunto erano interessanti.


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Kida_10

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
"Higashi no Eden", conosciuto anche come "Eden of the East", è una serie composta da undici episodi di durata canonica, prodotta nel 2009 dallo studio Production I.G. e diretta da Kenji Kamiyama.

La storia inizia mostrandoci il particolare incontro fra quelli che saranno i due principali protagonisti: durante il suo viaggio di laurea in America, di fronte alla Casa Bianca di Washington, una studentessa giapponese di nome Saki Morimi incontra un misterioso ragazzo completamente nudo, chiamato Akira Takizawa, armato solamente di uno strano cellulare. Dopo che quest'ultimo la salva dalla polizia, Saki scopre che il giovane ha perso la memoria, e non riesce a ricordare altro se non i titoli dei suoi film preferiti. Takizawa scoprirà presto di essere immischiato in un pericoloso gioco, il cui obbiettivo è la salvaguardia del Giappone, e la pena per il fallimento la morte.

La trama è abbastanza complessa ma si sviluppa ottimamente; i misteri relativi al passato del protagonista, al suo telefono e alla sua particolare condizione, sono elementi sufficienti a coinvolgere lo spettatore e a far si che la noia non sopraggiunga mai, aiutati anche da un ritmo sempre elevato.
L'opera si pone di analizzare in maniera più o meno approfondita un'enorme quantità di argomenti, quali la disoccupazione giovanile, l'accentramento del potere politico, la difficoltà da parte delle vecchie generazioni ad abbandonare il proprio ruolo in favore delle nuove, il terrorismo, ed altri ancora.
I personaggi sono molti se considerata la breve durata della serie, ed ottimamente caratterizzati. Takizawa è uno di quei protagonisti carismatici e sicuri di sè che riescono a catturare l'attenzione e ad elevare il livello della narrazione nel momento in cui essa si sposta di lui. E' difficile invece identificare il ruolo dell'antagonista, che varia da un momento all'altro e non è mai ben chiaro.

Tecnicamente un lavoro eccellente sotto ogni punto di vista. Il character design è ottimo, così come le animazioni e il grado di dettaglio dei fondali. Il comparto sonoro è ancora meglio di quello grafico, e inizia a deliziare proponendo come opening "Falling Down" degli Oasis. Le OST sono sempre azzeccate riescono a creare la giusta atmosfera, il doppiaggio è impeccabile e adeguato, l'ending orecchiabile.
Il finale non conclude assolutamente nulla, il gioco è ancora in corso e ben distante dalla sua conclusione. Al momento della conclusione sono stati annunnciati due lungometraggi sequel della serie.
Unica nota dolente a parer mio sono le aspettative un po' tradite da delle premesse veramente ottime. La trama si sviluppa bene, ma visionando i primi episodi mi sarei forse aspettato qualcosa di meglio; probabilmente qualche puntata in più sarebbe stata sufficiente.

"Higashi no Eden" è un'opera veramente interessante, ricca di spunti degni di nota, in grado di coinvolgere ed appassionare. Una serie breve ma efficace, nella quale nulla è lasciato al caso. Una visione estremamente consigliata a tutti.


 1
Pannero

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Eden of the east, col character design di Chika Umino (Honey and Clover e Un marzo da leoni, entrambi pubblicati in Italia dalla Planet Manga), è un anime di 11 episodi apparso nel contenitore NoitaminA (lo stesso di Kuragehime e altre miniserie degne di nota, sia dal punto di vista tecnico che della sceneggiatura), ed è a mio avviso, un piccolo capolavoro.

Saki è una studentessa in viaggio a Washington, che si trova ad avere un'incomprensione con un poliziotto; a salvarla interviene un ragazzo misterioso senza vestiti, ma soltanto con un cellulare e una pistola in mano. Per sdebitarsi Saki regala il suo cappotto a Akira, questo il nome del ragazzo, che tuttavia sembra anche aver perso la memoria. Successivamente Saki realizza di aver lasciato nella tasca del cappotto il suo passaporto, e inizia a cercare il ragazzo, che deciderà di partire per il Giappone insieme a Saki, per cercare di recuperare la memoria. Quello che non sanno è che saranno coinvolti in un gioco misterioso e senza tregua, che li condurrà a imprese incredibili...

Eden of the east è un anime completo, sotto tutti i punti di vista, nel senso che la storia è ricca di suspance e colpi di scena, personaggi memorabili sia nel design che nelle caratteristiche (persino i personaggi secondari sono tutti interessanti) e fa capolino fin da subito anche una love story delicata e coinvolgente, capace di emozionare sinceramente lo spettatore. C'è un impercettibile magnetismo tra i protagonisti che mi ha ricordato vagamente le atmosfere dei film dello Studio Ghibli, in cui compaiono quegli amori impossibili e quei colpi di fulmine all'improvviso.

Anche dal punto di vista tecnico, mi piace molto la realizzazione, la regia, e la scelta di colori, tutto è al proprio posto e mai fastidioso.

L'unica nota dolente, è il finale, lo dico fin da subito. Senza fare spoiler, la serie di per sè ha un finale compiuto. Per qualcuno probabilmente affrettato, o aperto, ma per me ha comunque la sua dignità e se la serie fosse finita in quel modo lo avrei compreso.
La cosa che ha rovinato tutto è stato il fatto che abbiano deciso di fare ben due film a conclusione ulteriore della serie, eppure incredibilmente non riescono a dare una conclusione degna di questo nome, ma si limitano a tergiversare su dettagli insignificanti, senza aggiungere assolutamente niente, ma anzi, infastidendo lo spettatore con giri pindarici privi di significato.

Il mio consiglio quindi rimane quello di vedere la serie, che merita davvero attenzione, e di lasciare perdere i due film, per non rimanere con l'amaro in bocca di un'ulteriore spiegazione o chiarimento che sarebbe potuto arrivare a complemento come vera conclusione della serie. Bisognerà accontentarsi dell'undicesimo episodio, che, seppur non del tutto soddisfacente è ancora un finale coerente con la vicenda.


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lena

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Premetto di aver visto questa serie per puro caso!
Stavo girovagando su vari siti, annoiata da serie insulse, quando sono incappata in questo titolo " eden of the east" senza preoccuparmi di leggere trama o recensioni, come mio solito fare, mi sono sparata diretta il primo episodio. E in due giorni avevo già finito la serie!!!

Chiusa questa piccola parentesi passiamo direttamente alla trama: una giovane studentessa Misaki Mori si trova in viaggio negli Stati Uniti, arrivata finalmente di fronte alla casa bianca si mette a lanciare monetine contro essa, e subito le guardie la fermano con l'intento di arrestare la giovane ignara del reato. In aiuto di Mori arriverà da dietro un cespuglio un giovane completamente nudo con una pistola in mano e un cellulare nell'altra, che non ricorda assolutamente nulla del suo passato. Akira Takizawa si ritrova con decine di passaporti falsi e un misterioso cellulare con 8 miliardi di yen. Tornato in patria assieme a Mori viene a sapere dalla ragazza, le disastrose condizioni del Giappone, bucherellato come un colabrodo da un anonimo attacco di 11 missili.
Da qui per undici episodi sarà un susseguirsi di intrighi, misteri e cospirazioni e un solo obbligo imposto continuare ad essere un salvatore e una sola domanda che risuona della testa: "cosa farai per salvare il Giappone?" .
Come si fa a non essere subito presi dalla trama accattivante ed enigmatica?

Prodotto dallo studio Production I.G., ideato e scritto da Kenji Kamijama ( niente meno che lo sceneggiatore e regista di ghost in the shell giusto per citarne uno!) Eden of the east ( o Higashi no eden) a mio modesto parere è un opera originale e coinvolgente, dove nonostante la brevità i personaggi si raccontano in maniera profonda e non superficiale con di solito avviene. Perfettamente azzeccato il character design ideato da Chika Umino, dai tratti molto più realistici.
Buone sono le musiche, la celebre "falling down" degli Oasis per quanto riguarda l'opening, e "futuristic immagination" degli School Food Puniscimene per l' ending, anche se sinceramente non è che mi abbiano poi colpito particolarmente…

Un nodo intricato che pian piano si scioglie, facendoci sorridere, incuriosire , sorprendere e anche innamorare. La cosa che un po' mi ha deluso è il finale (premetto di non aver ancora visto i due film che seguono la serie, che dovrebbero essere il così detto vero e proprio finale), bello si ma con tanti interrogativi lasciati li in sospeso ma niente che rovini la conclusione.
Una serie che consiglio a tutti anche a chi non crede di non essere amante del genere, perché pensandoci bene se avessi letto la trama prima di iniziarlo soffermandomi solo sul genere fantascienza e mistero quasi sicuramente non lo avrei mai visto!


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Onirio

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
In questa recensione, oltre che degli 11 episodi di cui è composta la serie, parlerò anche dei due film usciti in seguito che vanno a concludere la storia.
Akira Takizawa è un giovane ragazzo giapponese che, dopo aver perso la memoria, si ritrova completamente nudo, ma con un telefono e una pistola, davanti alla Casa Bianca di Washington. Qui incontrerà Saki, una studentessa giapponese, con la quale deciderà di tornare in Giappone.
Proprio grazie al suo telefono, Akira riesce a trovare indizi sul suo passato e scopre di far parte di un'organizzazione segreta, la "Seleçao", composta da dodici membri che con 10 miliardi di Yen a disposizione devono trovare un modo per salvare il proprio Paese in un epoca in cui i cittadini giapponesi sono esposti alla paura di continui attacchi terroristici.
Tuttavia, i membri di questa organizzazione sembrano essere tutti in contrasto tra loro e devono rispettare delle regole imposte dal creatore di questo gioco folle, tale Ato Saizo( anche Mr Outsider)- La violazione di tali regole può comportare anche la morte per mano di uno dei dei dodici, detto "Supporter" la cui identità è sconosciuta.
La serie parte nel migliore dei modi: azione e suspence in ogni episodio, il comparto audio incalza alla perfezione il ritmo frenetico degli undici episodi e la opening, "Falling Down" degli Oasis carica lo spettatore dopo i primi minuti di introduzione.
Il voto sarebbe stato più alto se, oltre ai protagonisti, ci fosse stato un po' più di spazio anche per gli altri membri della Seleçao, invece ne vengono mostrati incredibilmente pochi se si considera che questa serie dovrebbe essere centrata su un gioco mortale tra più personaggi che raramente interagiscono tra loro.
L'undicesimo episodio, seppur palesemente aperto ad una nuova serie( in questo caso i due film) risulta l'unico finale dignitoso se paragonato a quello dei successivi film.
Nel primo film, "King of Eden" si parte in modo lento, Akira ha perso nuovamente la memoria e Saki torna negli U.S.A. per recuperarlo e riportarlo in Giappone.Unica nota positiva: vengono introdotti personaggi di cui purtroppo, come per la serie originale, non ne sapremo molto. Proprio quando sembra che il film cominci a prendere ritmo sopraggiunge il finale che verrà ripreso in "Paradise Lost", secondo e ultimo film.
Molti dei dubbi che ci eravamo posti nel corso della serie non verranno mai svelati:
chi è il Supporter? Perchè, in un contesto che non dovrebbe implicare elementi soprannaturali, una donna si trasforma in un angelo con delle ali nere e a nessuno sembra importare? Chi è il vincitore di questo gioco e con quale mezzo è riuscito a salvare la popolazione del proprio Paese?
Avrei voluto dare almeno un 7 a questa serie, ma i film l'hanno affossata, concludendo una buona storia in modo forzato,frettoloso e a volte incomprensibile. Forse una nuova serie o qualche episodio in più sarebbero stati una scelta migliore per concludere una trama davvero interessante. Confusionario.


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Sushimix

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Premetto di non aver visto gli OAV.
Mettere un voto a quest'anime è come trovarsi ad avere a che fare con uno studente meritevole che però ha poltrito tutto l'anno. Sarebbe un peccato bocciarlo, ma non si può negare che non si sia impegnato abbastanza.
Ecco, Higashi no Eden aveva le potenzialità per essere il degno erede di Death Note, con la giusta dose di mistero, di suspance, di intrighi, con un protagonista tosto, e alla fine è scemato in un finale che lascia aperti molti dubbi e banalizza il clima di fervida attesa venutosi a creare.
Il character design di Chika Umino, stupendo e inconfondibile, è forse la cosa che più mi è piaciuta di tutto l'anime insieme ai fondali davvero degni di nota. Graficamente quindi meriterebbe un 10.
Il problema sta appunto nel finale. Decisamente troppo sbrigativo, come se gli autori ad un certo punto avessero loro stessi perso interesse verso la storia cercando di chiuderla in fretta. Un lavoro così pregevole, con una prima puntata che mi ha lasciata senza fiato, non meritava uno sviluppo simile.
Personalmente avrei dato molto più spazio a Mr. Outside, alla sua storia, al motivo per cui ha deciso di reclutare i seleção, che poi è quello che fin dall'inizio si chiedono tutti. Perché quindi lasciare una tale voragine nella trama? E il passato di Akira? E la situazione familiare di Misaki, appena accennata all'inizio e poi lasciata lì veleggiare al largo come quasi tutto il resto? Decisamente servivano molti più episodi, molti più approfondimenti.
Con una migliore cura dei dettagli quest'anime avrebbe avuto un successo enorme, ne sono certa.


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redcbcup

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Dopo essermi visto tutto ciò che riguarda il titolo 'Higashi no Eden', mi è balenato un ricordo di oltre quarant'anni addietro, quando la maestra di turno, convocati i miei genitori esordiva con il fatidico: "Vostro figlio ha la potenzialità ma non s'impegna fino in fondo e bla bla bla"
Ecco, quest'anime ha tutte le potenzialità per essere un buon anime grazie alle ottime scelte musicali della colonna sonora, alla buona grafica, a un'idea per la trama principale niente male, una certa suspense tenuta a un livello ottimale ma non stressante e il tema secondario della piaga molto sentita anche qui da noi dei NEET. Ma a un certo punto è come se fosse venuta l'idea di prolungare la serie, per qualche motivo, spalmando lo spunto iniziale in una stagione e due film. Una serie di venti capitoli, al massimo, sarebbe bastata a lasciare un buon ricordo di quest'anime.


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Darksasori

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Interessante e misterioso, "Eden of the East" è un anime molto controverso e difficile da classificare; pur iniziando infatti come un thriller dai risvolti anche cupi, si svolge poi in realtà in modo molto scherzoso e leggero rendendo alcune sue parti un po' surreali. Questa sua caratteristica si presenta come una lama a doppio taglio, se infatti da un lato ci si innamorerà della simpatia dei protagonisti e dei loro buffi comportamenti, dall'altro si avrà l'impressione di un'indecisione da parte dell'autore su quale genere mantenersi e certe volte sembrerà che addirittura abbia apportato modifiche alla trama mentre la serie era già in corso.
Oltre a questo "Eden of The East" presenta un'altra incrinatura nel finale: alla fine di questi undici episodi non vi sarà un finale vero e proprio per il quale bisognerà aspettare i due film che, peraltro, ho trovato un po' deludenti. La grafica si mantiene invece su livelli molto alti così come la colonna sonora che ben accompagna i vari avvenimenti. "Eden of the East" si potrebbe perciò definire un gradevole prodotto che, benché non arrivi a essere un capolavoro, credo ben si presta a una visione senza troppe pretese per chi semplicemente abbia voglia di vedere un buon anime per passare la serata.


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pein_perversus

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Trama & Commento: 8,5 - Ho iniziato questa serie per caso, cercando un anime breve ma interessante per riempire un po' il tempo, e devo dire che sono rimasto abbastanza sorpreso da questa serie. Non avevo grandi aspettative a riguardo, quindi il rischio di deludere era praticamente nullo, non so se è per questo, ma a me, "Eden of the East" è piaciuto. La trama si rivela abbastanza complessa ma comunque comprensibile a tutti; la storia inizia con un ragazzo, che ha perso la memoria, a Washington D.C e, completamente nudo, gira per la città. Qui incontra quasi per caso una neolaureata, la giovane Saki, recatasi in vacanza in America dopo la fine degli studi. Saki finisce per prestare al giovane nudo un cappotto, che però conteneva il passaporto della ragazza e quindi si vede costretta a rincorrerlo per riaverlo indietro.
Da questo episodio i due iniziano a conoscersi e partono insieme per il Giappone dove apprendono che è stato perpetrato un attentato terroristico, preceduto già mesi prima da un più imponente attacco missilistico chiamato poi da giapponesi stessi "Lunedì incauto", del quale sono sconosciuti i mandanti. A quanto pare però il ragazzo sembra nascondere qualche cosa di misterioso, avendo con sé uno strano cellulare con a disposizione una grossa cifra di denaro e trovando nella propria camera (a Washington D.C) montagne di documenti falsi e di armi.

La trama gira dunque intorno ad una serie di misteri legati al passato del giovane Akira - identità che il ragazzo privo di memoria sceglie tra le tante possibilità trovate - che sembrano essere collegati agli avvenimenti accaduti in Giappone. Dunque la trama prosegue abbastanza velocemente per le 11 puntate presentandoci personaggi e regalando diversi colpi di scena, fino ad arrivare alla verità finale che vedrà svelato chi realmente Akira è e i motivi che lo hanno spinto a cancellare la propria memoria.
Le puntate volano una dopo l'altra, almeno per me, e non annoiano mai tenendo un buon ritmo di suspense e di mistero e intrigando dunque lo spettatore, che vuole trovare risposte. Il finale stravolge le carte in tavola, ma la fine in questo caso è solo l'inizio, poiché in realtà ben poco viene concluso e molto bisogna ancora fare, molti personaggi restano ambigui. Insomma non tutti i nemici sono stati sconfitti. Ma la storia non è finita, infatti prosegue nei due film che, spero, sappiano dare uno degno finale a questa serie dai presupposti avvincenti

Personaggi: 7 - I personaggi di "Eden of the East" sono principalmente ragazzi già laureati, quindi ormai formati; in quest'anime nessuno dei protagonisti infatti evolve la propria psiche in modo importante, tutti rimangono se stessi fino alla fine. Anche se non si evolvono, comunque, un po' di lavoro sulla caratterizzazione è stato fatto, ogni personaggio, tranne il protagonista, è un una persona con proprie emozioni, passioni, sentimenti e via dicendo, (forse meglio i secondari che i principali). Capitolo a parte per il protagonista, Akira, che invece è un personaggio molto cinematografico, tipico eroe sempre gentile ma anche un po' spaccone, coraggioso oltremodo. Ma, nonostante mi risulti antipatico, non dà particolare fastidio e l'opera rimane comunque pacata sotto questo punto di vista.
Per quanto riguarda le relazioni tra personaggi, è interessante anche il rapporto tra Saki ed Akira, un amore non rivelato, forse solo un sentimento vago che c'è tra i due ma che spinge l'uno a preoccuparsi dell'altra e viceversa.

Grafica: 7 - Arriviamo a un punto abbastanza discusso a mio parere. Gli sfondi sono di buon livello e dettagliati se non fosse che spesso - soprattutto strade, muri etc. -, sono realizzati simil-acquarello, cioè a grandi chiazze di colore senza quindi tante sfumature, ombreggiature e risultano abbastanza piatti. L'effetto che danno è comunque positivo, ma non il massimo. Per realizzare un anime realistico (la cui storia sia dunque plausibile) è stata fatta questa scelta, secondo me non troppo riuscita - potrebbe benissimo anche essere che siano foto poi ritoccate al PC, questo per dare maggiore concretezza all'anime. Se in "Bakemonogatari" ho apprezzato questa grafica alternativa e sperimentale, perché portata fino in fondo come idea, qui l'apprezzo meno perché è rimasta a metà, non del tutto foto, non del tutto disegno, come se non si avesse il coraggio finale di mettere veramente foto ma senza nemmeno tornare indietro realizzando sfondi classici.
Il design dei personaggi è abbastanza normale, non eccelle per i particolari o per l'originalità.Ssono tutti, appunto, persone che potresti incontrare per strada. Unica pecca sta nel naso dei personaggi, che sono disegnati con una perenne ombra tra gli occhi, che sembra quasi un cerotto sul naso. A parte questo, bene comunque, io avrei scelto un design diverso per questo tipo di storia (Saki, con quel tipo di occhi e ciglia, mi ricorda troppo qualche serie majokko) ma sono gusti personali.

Musiche: 8 - Bellissima è l'opening degli Oasis, cosa abbastanza rara. L'ending è ritmata e carina. Le musiche all'interno dell'anime sono di atmosfera ma non le trovo nulla di eccezionale tranne quella utilizzata per la vittoria, che credo di aver già sentito, ma forse mi sbaglio, cantata in inglese che sta molto bene con le scene.

Animazione: 7,5 - L'animazione 2D dell'anime è di buon livello, si tocca un picco in positivo nella scena finale del lancio del razzo. In generale reggono bene sia nelle scende d'azione che in quelle statiche. Però, c'è sempre un però. Ecco che viene fatto largo uso di animazione computerizzate, per le automobili, i treni, gli aerei, le navi... tutti i mezzi di trasporto sono così. Sono comunque animazioni fatte bene, la differenza tra gli elementi 3D e quelli 2D non si nota poi tanto, però io non riesco proprio a farmele piacere.

Tot: 7,5
"Eden of the East" è un anime che basa molto sulla trama, meno sui personaggi ma che risulta scorrevole e piacevole. Lo consiglio a tutti.


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OMEGA_BAHAMUT

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Durante la sua visita alla Casa Bianca di Washington, una studentessa giapponese di nome Saki Morimi incontra per caso uno strano ragazzo nudo, munito solo di una pistola e di un cellulare. Il giovane, che non ricorda la sua identità né come sia arrivato sin lì in quello stato, salva la ragazza da una incomprensione con la polizia locale, scoprendo suo malgrado di essere membro di una strana organizzazione segreta chiamata "seleçao" e di stare partecipando assieme ad altri undici individui a uno strano gioco, il cui scopo finale è quello di "salvare" (senza alcuna indicazione aggiuntiva in merito") il proprio paese. Per compiere la propria missione ognuno dei partecipanti dovrà interagire nel modo che meglio crede con Juiz, una misteriosa voce femminile accessibile solamente tramite l'uso del proprio apparecchio telefonico, in grado praticamente di fare qualsiasi cosa tramite l'uso del credito del cellulare, 10 miliardi di yen; tenendo presente ovviamente che (tanto per cambiare) il fallimento o l'esaurimento del credito equivarrà inevitabilmente alla morte.

Che dire, l'anime parte decisamente in quarta, quasi come il suo scopo fosse quello di proporsi allo spettatore come una sorta di 'The Bourne Identity' in versione animata, proponendo nel corso della sua narrazione tutta una serie di tematiche anche abbastanza importanti, come la disoccupazione giovanile, la gestione dello stato, il terrorismo e i conflitti intergenerazionali. Il problema più grosso è la struttura con la quale si è scelto di organizzare il tutto.
Diciamocelo, undici episodi e due film da 45 minuti non sono adatti a far sì che si possa concludere il tutto in modo eccellente. Per i 9-10 episodi, ci si era illusi e anzi alla fine lasciano anche una certa amarezza nel constatare che l'anime a conti fatti non è stato affatto memorabile, ma solo uno dei tanti, pur conservando i suoi pregi.
Quanto ai personaggi, devo dire che sono tutti molto caratteristici e contribuiscono in modo decisivo alla costruzione dei dialoghi e delle situazioni. E questo non per dire che i protagonisti siano dei personaggioni - in questo anime penso che non ve ne siano sostanzialmente -, ma perché essi, la loro parte, la fanno più che egregiamente.

Buono è il lato tecnico, caratterizzato da buoni sfondi ed effetti, ma anche purtroppo da un character design un po' troppo abbozzato rispetto alla serietà dell'opera. Spesso la rappresentazione degli umani e i loro movimenti sono un po' troppo semplicisti, forse più adatti a una commedia.
Buona trovo la OST, con qualche pezzo degno di nota, come la opening degli Oasis, 'Falling down'.

Voto: 8/8 e mezzo - 'Eden of the East' è una delle tante occasioni sprecate purtroppo, che, a fronte di un'ottima premessa e di un buon lato tecnico, purtroppo non finalizza più di tanto.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
"Higashi no Eden" è un anime del 2009 supportato da uno staff di rilievo: Kenji Kamiyama ("Ghost in the Shell S.A.C."; "Seirei no Moribito") ne è autore, scrittore e regista; Chika Umino ("Honey and Clover") ne è la character designer; Kenji Kawai (la lista sarebbe enorme) il compositore; Production I.G ne è infine lo studio di produzione.
Nomi impeccabili, lavoro impeccabile? In parte sì, e mi riferisco essenzialmente al formidabile effetto impattante che i primi minuti di questa serie sono in grado di suscitare: il presentimento di trovarsi di fronte a un prodotto finalmente fresco, moderno, stuzzicante è inequivocabile, e deriva da una veste tecnica sopra la media, adorna di un'eccellente computer grafica e di un design dei personaggi che, come ho già accennato, dà prova del talento della riconoscibile Umino nel proporre figure altamente espressive adoperando pochi, semplici tratti (è possibile non invaghirsi del faccino di Saki?); forse non saranno sempre attinenti all'età che i suddetti dovrebbero dimostrare, ma, alla fin fine, si tratta di cartoni animati.

Il sonoro è molto buono, anche se mi sarei personalmente aspettato qualcosa in più dal mio compositore preferito nel campo dell'animazione.
Un'altra fonte di stimolo alla visione di "Eden of the East" (titolo occidentale) è la partenza bruciante delle vicende, la cui natura appare fin subito vaga, inspiegabile, e perciò accattivante.
L'originalità dell'opera è sì constatabile e apprezzabile, ma il rischio di incombere in scelte narrative poco plausibili in un arco di sole undici puntate viene corso più volte, e in progressione, verso le battute conclusive.
Si tratta di un anime che, pur cimentandosi a più riprese a sbandierare temi d'attualità raffigurandoli in un futuro non molto prossimo - vi sono rimandi a terrorismo, complottismo, consumismo, ecc. - si piazza spesso un po' troppo fuori dagli schemi, risultando palesemente sbrigativo, e il finale (mettendo da parte i film di riferimento) ne è una piena dimostrazione.
Un raccomandabile modello di nuova animazione giapponese, ma non del tutto riuscito.


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__Nergal__

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Washington D.C., davanti alla casa bianca s'incontrano una studentessa giapponese e un ragazzo, nudo, che non ricorda più niente di sé.
L'amnesia è uno di quegli argomenti talmente sfruttati che solitamente risulta piuttosto ripetitivo e banale. In questo caso invece è stato realizzato abbastanza bene, in quanto l'amnesia non è provocata da cause esterne ma, bensì, autoindotta dallo stesso Akira. Il motivo? Questo è proprio uno dei motivi che rende interessante l'anime.

La storia è molto semplice ma allo stesso tempo efficacie: 12 persone, 12 cellulari, 10 miliardi di yen a ciascuno e la possibilità di cambiare il paese con questi soldi, per chi fallisce la pena sarà una sola: la morte.
L'idea di base si presenta molto bene, non innovativa ma comunque faceva presupporre uno svolgimento molto interessante; purtroppo però non è stata sfruttata a dovere, inizialmente i primi episodi fanno pensare che la serie s'incentri molto sulla storia d'amore lasciando un po' in disparte la vicenda degli Yen per poi riprenderla in seguito.

Quello che più impressiona e affascina nei primi minuti di visione è la sigla, "Falling down" degli Oasis, veramente molto bella, e il charachter design, pulito e preciso affiancato ad ambientazioni molto realistiche e ben realizzate.
I personaggi sono piuttosto monotoni, piatti, poco interessanti eccezzion fatta per Akira, che risulta intrigante principalmente per il fatto di avere perso la memoria.

Una volta terminata la visione di queste 11 puntata si rimane un po' con l'amaro in bocca per una storia dalle grandi potenzialità sviluppata nel modo più ovvio e banale possibile; mi sarei aspettato una sorta di scalinata al successo per salvare il Giappone utilizzando questi 10 miliardi e invece niente. La conclusione non conclude proprio niente, anzi, sembra quasi un inizio di una nuova parte, forse 11 episodi erano veramente troppo pochi per realizzare una storia degna delle idee di base.
L'abito non fa il monaco e in questo caso lo si nota benissimo, trovo ci siano un'ottima realizzazione tecnica e delle ottime premesse rivelatesi poi un mezzo buco nell'acqua; 'Eden of the East' non è assolutamente brutto, anzi, ma una serie che poteva aspirare a un 9 si ferma a un 7 e mezzo, massimo 8.


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Eretria90

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
'Eden of the East' è un anime dal carattere fresco e moderno. Appena lo si inizia, si viene colpiti dalla velocità con cui si viene catapultati nella storia, sempre più incalzante e curiosa.
L'opening è una bellissima canzone degli Oasis, completamente aderente allo stile di 'Eden od the East', al cui interno si fanno molti riferimenti a film famosi in Occidente.

La storia ha inizio al "centro del mondo", dinanzi alla Casa Blanca, dove Saki getta una monetina oltre il cancello per esprimere un desiderio in questo mondo pieno di delusioni. Questo suo gesto scaramantico le porterà problemi con degli agenti di polizia, in suo soccorso accorrerà uno sconosciuto nudo, armato e con il cellulare. E' Akira, un ragazzo anch'egli giapponese, misterioso e senza memoria.
Cosa nasconde e in quali intrighi coinvolge la nostra dolce Saki, ve lo lascio scoprire da soli. Sappiate solamente che la storia è bella movimentata, sempre da scoprire e piena di evoluzioni.

Ho iniziato questa serie perché incuriosita dal fatto che il character design fosse curato dalla splendida mangaka Chica Umino, che ha curato anche la trasposizione animata della sua opera più nota, 'Honey and Clover'. In effetti, i personaggi sono molto originali e deliziosi. I lineamenti sono a mio parere accattivanti, e rientrano nei miei gusti con le loro figure morbide e proporzionate. L'intera grafica è buona, dai colori freschi e vivaci, e la storia permette d'inoltrarci in svariate ambientazioni.

I primi episodi di 'EotE' colpiscono molto di più rispetto alla seconda metà della serie. Inizialmente, sembra che la trama prenda la piega di un film d'azione; il legame fra i due protagonisti è molto enigmatico e stuzzicante, i gesti che hanno l'uno con l'altro, il loro reciproco conoscersi, alimentavano l'alone di magia attorno ai due. Con il tempo, però, si dà più spazio alla trama, che secondo me è stata gestita in maniera un po troppo complicata, e risulta meno coinvolgente verso la fine.

A proposito del finale, è un po scialbo. Non ti lascia molto rispetto agli altri dieci episodi. Inoltre, lascia in sospeso qualcosa, io lo definirei come un incipit dei movie che proseguiranno la storia. Infatti, di tutta la serie, si ha l'idea che sia il racconto, e le basi, di come questo "gioco pericoloso" fra menti geniale e diaboliche ha avuto inizio, con l'uso di questi potenti cellulari carichi di 10 miliardi a testa e distribuiti a 12 persone. I film, sulla base di ciò, racconteranno direttamente le dinamiche dei nostri personaggi già conosciuti durante la serie.


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SakuraHime

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
“Noblesse oblige”, ovvero l’obbligo di responsabilità che i nobili, in virtù della loro posizione sociale (e spesso economica) sarebbero tenuti a perseguire. Per essere più chiari è quello che un “marvelliano” ricorda meglio come “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Nella società attuale ove il titolo nobiliare è ormai solo un pezzo di carta, chi ha l’obbligo morale di dare il buon esempio e, riconoscendo di avere in mano il destino di molti, agisce con responsabilità, ponderando decisioni, assumendo rischi?
Al giorno d’oggi il potere è frammentato: è in mano a politici, a grandi azionisti e dirigenti d’azienda, ma anche ai più semplici selezionatori a un colloquio, o a chi nel suo ruolo – anche il più piccolo - è comunque “al di sopra” di altre persone, nei diversi ambiti della vita come il lavoro, la famiglia, gli amici. E se la società si fosse evoluta facendo perdere di vista tutto questo ai “nuovi nobili”, chi potrà riequilibrare i destini ed ergersi a “salvatore del popolo”? Forse qualcuno, sarà scelto tra i tanti e gli saranno dati i mezzi per diventarlo.

L’incontro, di fronte alla Casa Bianca, di un ragazzo nudo, armato e senza alcun ricordo, che identificheremo come Akira e di Mori, che appena conclusi gli studi si concede un viaggio prima di ritornare in Giappone per collocarsi nel mondo dei Neet, farà scaturire una storia che si sviscera tra complottismo, attacchi missilistici, citazioni cinematografiche, leggende metropolitane, club, luoghi comuni e situazioni pseudo-reali che riflettono alcuni dei problemi veri del Giappone contemporaneo. La trama è scorrevole e si fa piacevolmente sempre più complessa e intricata. Poco a poco si aggiungono nuovi personaggi a volte bizzarri altre spaventosi, spregevoli, geniali.
Il tratto di Chica Umino, davvero gradevole, ci fa inoltre ricordare alcuni personaggi che abbiamo visto in Honey & Clover; simpaticamente alcuni di essi ne mantengono anche i tratti essenziali come Akira – Morita o “Cagnolino alato”- Leader.
Al tutto aggiungete una meravigliosa opening “Falling down”, cantata dagli Oasis, che s'intona perfettamente con lo spirito della visione che vi apprestate a concedervi; un grido d’aiuto a chi non vuol sentire, che si conclude con una frase significativa: “If you wont save me, please don’t waste my time”.


<b>Spoiler </b>
Il fatto che Akira venga inizialmente presentato/identificato come Principe e nel corso dell’ultimo episodio esprima il desiderio di diventare il “Re del Giappone” (sulle note di “The king has come”) è simbolico e pregnante. E’ come se lo stesso abbia riconosciuto che il suo potere, seppure non desiderato, anzi a volte detestato, gli abbia dato una responsabilità maggiore nei confronti del prossimo. Anche il fatto che sia l’unico tra tutti i Seleção a coinvolgere altre persone, le quali non condividono in suo stesso potere/dovere nell’esplicazione del suo compito, racchiude in sé il vero significato del concetto “noblesse oblige” che non è quello di un Robin Hood che “prende ai ricchi per donare ai poveri” o del benefattore, ma piuttosto quello di un soggetto che, in virtù della sua posizione - maggiormente favorevole -, aiuta gli altri ad aiutarsi, conoscendo desideri e aspirazioni di chi ha meno possibilità.
<b>Fine spoiler</b>

La serie si conclude senza darci il classico “The End”, anzi lascia diverse domande in sospeso. Ci attendono due film per sapere come si evolveranno la folle storia in cui si sono ritrovati i nostri protagonisti.
In conclusione, reputo <q>Eden of the East</q> un anime da vedere, a suo modo appassionante specialmente se vi piacciono gli intrecci e le trame a matrioska ove ogni puntata aggiunge un nuovo particolare alla storia.


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eliim

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Quest'anime mi ha presa sin dall'inizio, con i suoi misteri e la sua trama interessante. La serie formata dai primi 11 episodi è davvero bella e coinvolgente, ti lascia davvero con la voglia di vedere come va a finire e la trama di fondo è molto originale.
Il personaggio più interessante è ovviamente Akira Takizawa, che è poi il protagonista intorno al quale girano tutti gli avvenimenti. La coprotagonista femminile invece mi è sembrata un po' passiva, senza carattere. Insomma, messa lì più per esigenze di trama che non per creare davvero un personaggio valido. Gli altri personaggi sono un po' banali e poco caratterizzati. Forse i meglio riusciti sono l'hikikomori, la donna della Selecao (Number XI se non sbaglio) e Outside, che comunque hanno un loro perché.
Le animazioni sono ben fatte, anche dato il fatto che è una serie piuttosto breve. In generale, "Eden of the East" è piacevole da vedere, e ne consiglio la visione davvero a tutti, dato che c'è mistero, romanticismo, un pizzico di avventura: è per tutti i gusti insomma.
Una grandissima nota positiva va per la opening: "Falling Down" degli Oasis. E dico solo questo: ci sta da dio.
Il voto finale è 8 perché la serie, a parte i film, merita davvero tanto. I film però vanno visti, perché sennò si rimane con un finale incompleto.


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Alexander

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Tra tutti gli anime esistenti, Eden of the East è con ogni probabilità quello in cui il divario tra potenzialità e realizzazione pratica è più ampio.
12 tizi vengono scelti da un misterioso "Outsider" per un gioco: nel credito dei loro cellulari verrà recapitata una somma stratosferica di denaro e questi avranno il dovere di spendere tale somma al fine rendere il mondo un posto migliore. Come? Contattando telefonicamente una misteriosa operatrice nota come "Juiz" e ordinandole qualsiasi cosa sia fattibile per mezzo di soldi: questa userà tale denaro per esaudire la richiesta fatta. In caso di fallimento o di deviazione dall'obiettivo, la punizione sarà la morte.
Se quest'anime avesse avuto degli scrittori decenti, una premessa del genere avrebbe potuto dar vita a uno dei più grandi capolavori d'animazione di tutti i tempi.
Ebbene, l'occasione è stata sprecata in malo modo per colpa di una progressione della trama a dir poco penosa, votata a perdere tempo in tutti i modi possibili mentre l'abilità che è al centro della trama verrà usata raramente, e per fare cose per lo più insulse (tipo far dire "ahia" a un parlamentare... non è uno scherzo).
L'esempio che meglio di tutti mette in evidenza la pochezza della scrittura e della narrazione sono quei 2 episodi in cui uno degli amici di Saki viene a mancare, episodi assolutamente inutili a livello di trama, ma tutti incentrati sulla "tagliatrice di Johnny". Quando si sceglie di mettere da parte la trama per concentrarsi su uno dei personaggi principali (idea già di per sè pessima, in una serie di così pochi episodi e tanti personaggi), ci si aspetta che almeno questo venga approfondito in maniera decente... e invece niente! Cioè, mi hai tolto di mezzo 2 episodi di trama apposta per parlarmi di 'sta tizia, almeno abbi la decenza di farcela conoscere per bene! Chi è? Perchè fa quello che fa? Per vendetta? Per diletto? Boh! Ai posteri l'ardua sentenza...
Parlando di personaggi, per quanto simpatici ed esteticamente gradevoli possano risultare, sono caratterizzati tutti in maniera estremamente superficiale, e come potrebbe essere altrimenti? Con oltre una ventina di essi in un anime che consta di appena 12 episodi, e per giunta con una sceneggiatura che nonostante questo si mette a perdere tempo con cose di cui non frega nulla a nessuno anzichè concentrarsi sulle questioni davvero importanti, potete immaginare da voi il risultato.
Fin qui parrebbe che l'anime sia una completa ciofeca, e così non è: grafica e character design eccellenti, stupenda opening tra le più orginali mai sentite in un anime, meravigliosa idea di base (purtroppo sviluppata in maniera pietosa), primi 5 episodi abbastanza ben fatti, finale (anche se finale non è) molto figo. Ma l'amarezza per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato è troppo grossa, e i film in cui riponevo le mie ultime speranze non risollevano certo la situazione, anzi se possibile riescono a fare ancor peggio della serie: The King of Eden in particolare è uno dei film più inutili e noiosi che abbia mai visto in vita mia (la madre del 9°? Ma chi se ne frega! Ci sono minimo altri 3 personaggi fondamentali di cui non sappiamo assolutamente una cippa, e ci mettiamo a perdere altro tempo? Come se non ne avessimo già perso abbastanza nella serie!) mentre Paradise Lost riesce a salvarsi in extremis solo grazie agli ultimissimi minuti, un finale davvero profondo ed emozionante in cui il potenziale gelosamente tenuto nascosto viene finalmente alla luce... peccato che ormai sia troppo tardi per salvare la serie.
Conclusione: Eden of the East è la definizione stessa del concetto di "potenziale sprecato". Mi auguro vivamente, anche a costo di essere accusato di incitazione al plagio, che qualche scrittore e/o sceneggiatore veramente capace riprenda l'idea e la sviluppi come si deve. Perchè sono fermamente convinto che sia meglio una bella copia che un brutto originale... che tra l'altro, parlando di copie, l'idea dei 12 tizi scelti per un gioco mortale con i cellulari era già stata fatta prima da Mirai Nikki; la differenza è che MN non mira ad altro che ad essere un prodotto di intrattenimento e ci riesce alla grande, EotE vorrebbe essere qualcosa di profondo ma fallisce clamorosamente.


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Mahori_86

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Eden of the East è, forse, uno degli anime che mi hanno deluso di più in assoluto. Non dico che non mi sia piaciuto, anzi, l'ho guardato tutto, con (più o meno) grande piacere. Ma, se all'inizio ti porta ad avere chissà quali grandi aspettative - alla fine degli 11 episodi ero pronta a dargli 9 sulla fiducia -, man mano che si avvicina alla conclusione con i due film, precipita inesorabilmente nella banalità e nell'insensato. Ma procediamo pure con ordine.

Di solito (vabbé, ho scritto solo due recensioni a parte questa) inizio a parlare della trama, ma in questo caso voglio fare un'eccezione e cominciare dall'aspetto positivo: il comparto tecnico. Già nei primi minuti si rimane impressionati dal fatto che la opening è niente po' po' di meno che Fallin' Down degli Oasis, canzone che, a dire il vero, non amo tantissimo, ma che non si può negare faccia la sua porca, concedetemelo, figura come sigla di un anime. Anche animazioni, character design, fondali, computer grafica ecc. appaiono subito molto accattivanti e ben fatti.
Ho letto che a molti non piace lo stile troppo bambinesco di Chica Umino nei tratti dei personaggi, ma secondo il mio gusto non stonano affatto, anzi, danno un tocco di freschezza al tutto. Inoltre, al di là della canzone degli Oasis, tutta la colonna sonora risulta azzeccatissima e a effetto, anche se la ending non mi ha particolarmente stupito. Invece trovo stupenda Reveal The World di Branda Vaughn, la cui voce soul dà ai momenti clou dell'anime un tocco di emozione che cancella tutte le impressioni negative avute fino a quel momento, tanto che, sull'onda del momento, mi avrebbe “costretto” a dare 10 all'intero prodotto. Fortuna che poi torno velocemente in me stessa.

Insomma, il tutto fa intendere una grande attenzione e cura nei confronti di quest'anime, quindi si presume che pure la produzione riponeva grandi aspettative in esso. Anche la storia parte in tromba e piena di mistero suscitando una forte attesa di vedere come si sviluppa il tutto e come verranno svelate le risposte alle domande che man mano sorgono. Perchè Takizawa Akira si trova nudo e con una pistola in mano davanti alla Casa Bianca? Cos'hanno di speciale Morimi Saki e il suo gruppo di amici? A cosa serve l'Eden of the East e in che modo potrebbe migliorare la società? Qual'è l'utilità effettiva dei Selecao e com'è possibile che il cellulare “magico” realizzi ogni loro desiderio? Peccato che non arriverà mai una spiegazione per tutti i misteri che si accumulano, o meglio, verranno svelati solo in piccola parte e in maniera forzata e poco convincente.

Alla fine degli 11 episodi della serie si hanno ancora un mucchio di interrogativi, però si è portati lo stesso a ben sperare, dato che rimangono da vedere ben due film cinematografici, dai quali ci si aspetta un finale in grande stile. Ma le due pellicole non potevano essere più deludenti di così, mostrando un finale totalmente scialbo e ridicolo, al termine del quale rimangono solo perplessità e un gran numero di punti di domanda, giacché non solo non viene data risposta agli interrogativi suscitati durante la serie, ma ne vengono addirittura aggiunti altri!

Al momento non saprei davvero se consigliare quest'anime, molto piacevole dal punto di vista estetico, ma che fa acqua da tutte le parti per quanto riguarda i contenuti. Io, in realtà, non sono affatto pentita di averlo guardato, anzi, ringrazio vivamente gli amici animeclickiani che me l'hanno consigliato, perché il prodotto in questione è davvero piacevole. Diciamo che non lo consiglio a chi cerca un anime mozzafiato e avvincente, ma se cercate un prodotto così così, per passare delle mezzorette piacevoli, allora fa al caso vostro. Comunque, io, dato l'impatto estetico dell'anime, meno di 7 sentivo proprio di non poterglielo dare.


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Shiro-san

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Qui ci troviamo di fronte a un lavoro che spicca e si differenzia rispetto alla marea di anime degli ultimi tempi. Vi assicuro che la sua originalità (in tutti i sensi come spiegherò più avanti) mi ha veramente sorpreso. Mai mi sarei immaginato che Eden of the East - o Higashi no Eden- riuscisse a racchiudere al suo interno realismo, suspense, battaglie psicologiche e analisi della società moderna .
Eden of the East è un anime del 2009 e rientra all’interno del contenitore noitaminA, all’interno del quale si stanno ancora producendo delle serie di grande qualità. Qui i produttori si sbizzarriscono cercando soluzioni alternative sotto tutti i punti di vista: viene lasciato il Giappone come punto di partenza della vicenda per lasciare il posto agli Stati Uniti d’America, il genere abbandona tutti i canoni precedentemente utilizzati, il chara è qualcosa di mai visto prima.
Insomma, penso sia chiaro il concetto, Eden of the East è un azzardo: poteva risultare un buco nell’acqua come poteva ergersi a rivoluzionario nel mondo dell’animazione.
Secondo me la scommessa è stata vinta, però si può anche risultare contrari – “de gustibus non disputandum est” come si suol dire.

La trama è abbastanza complessa e si sviluppa in questa serie - composta da 11 episodi - con la continuazione in due movies usciti a breve distanza, intitolati “The king of Eden” e “Paradise lost”.
La domanda base di tutta la vicenda è la seguente: cosa fareste voi per cambiare il mondo e renderlo un posto migliore? Sembra un quesito filosofico, però per i personaggi dell’anime la sua risposta è una questione di vita o di morte.
In un Giappone corrotto e colpito nel suo cuore da 11 missili balistici (attacco terroristico non rivendicato da nessun soggetto), la trama segue le vicende di Akira Takihama, uomo che ha dimenticato tutto del suo passato e che si ritrova a Washington con una pistola, decine di passaporti falsi e soprattutto un cellulare la cui “modesta ricarica” ammonta a 8 miliardi di yen.
La base è già abbastanza intrigante, ma con il procedere della narrazione prende forma una storia che spicca il volo: essa introduce lo spettatore all’interno di un gioco, se si vuol definire tale, che determinerà le sorti della storia giapponese.
Molto interessante inoltre il titolo che viene affibbiato ai personaggi di “noblesse oblige”(termine usato dalla nobiltà francese e utilizzato più volte da Honorè de Balzac): ci comunica come essi sono ancorati a un privilegio che impone responsabilità e un comportamento onorevole.

In Eden of the East si trovano moltissimi riferimenti storiografici a fatti reali – ex.: 11 settembre con la caduta delle torri gemelle - e alla situazione economica attuale , richiami alla cinematografia e al sistema internazionale.

Il chara ideato dalla Production I.G sarà qualcosa che vi colpirà subito: vengono abbandonati i soliti stereotipi. che possono piacere o meno, dei nasi ridotti a minuscole appendici , degli occhi che coprono metà del viso e delle bocche quasi assenti. Qui i personaggi sono volutamente e obbligatoriamente – per il tipo di vicende che si vanno a trattare - meno "cartooneschi", ed è molto particolare l’ombra che i designer hanno posto all’attaccatura del naso per dare profondità al viso.

In ambito musicale non ho veramente nulla da dire se non complimentarmi per l’ennesima volta con Kawai Kenji, il quale, stavolta senza veri capolavori, riesce ad aggiungere qualità all’insieme. Sottolineo inoltre la bellissima opening degli Oasis “ falling Down”.

Concludendo, Eden of the East è un lavoro senza alcun dubbio di altissima qualità, intrigante e misterioso; ciò però non toglie che la semplice serie TV non conclude le avventure dei protagonisti. Consiglio comunque a tutti questo bellissimo anime.

NickTheStampede

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NickTheStampede

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Un anime dalla trama assolutamente originale e attraente, che riecheggia film come "Intrigo internazionale" e "I tre giorni del condor".
Uno smemorato giapponese, che si ritrova completamente nudo per la strada, incontra nei pressi della Casa Bianca a Washington una ragazza sua coetanea. Non ricordando il suo passato e sentendosi in qualche modo minacciato, decide di recarsi assieme a lei in madrepatria, poco dopo delle tensioni internazionali provocate da lanci di misteriosi missili.

L'anime ha tutte le carte in regola per essere definito memorabile: un accuratezza registica notevole, una storia abbastanza intrigante, personaggi riusciti e una grande dose di suspense. I punti negativi dell'anime, tuttavia, sono la lentezza esasperante degli episodi centrali, i risvolti a volte poco chiari e dei personaggi di contorno insipidi. La storia, tuttavia, non ne risente eccessivamente e, soprattutto negli ultimi episodi, c'è un colpo di scena dopo l'altro, che ridà vita a un anime che sembrava perso negli episodi centrali.
Per comprendere meglio la storia nel suo complesso è utile vedere i due OAV rilasciati dopo la serie. Ottima l'opening degli Oasis "Falling Down".

Ludi

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Ludi

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Se si dovesse dare un premio per l'originalità della trama, Eden of the East secondo me potrebbe certamente concorrere e vincere. Fin dalle prime scene, lo spettatore è coinvolto in quello che apparentemente è un thriller fantapolitico, ma che poi si rivela una delle più feroci critiche alla gerontocrazia, contrapposta alla vitalità del mondo dei NEETs e degli otaku. Il tutto condito da uno splendido sviluppo dei personaggi, da un character design azzeccato (secondo me ho trovato più di una citazione a The Sky Crawlers di Oshii), da un finale incompiuto ma che non mi ha deluso. Ritengo Eden of the East una delle migliori serie degli ultimi anni.


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AmarantaKiller

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Higashi no Eden è un anime del 2009 di 11 episodi, prodotto dallo studio Production I.G, ed è stato ideato, scritto e diretto da Kenji Kamiyama - che non è cosa da poco! Oltre alla serie, ci sono due movie animati conclusivi: The King of Eden del 2009 e Paradise Lost del 2010, che sfortunatamente non ho avuto ancora la possibilità di vedere per intero.

Quanto al comparto grafico, a mio modestissimo parere, non c'è nulla che si possa definire eccezionale. Anche l'animazione non è a livelli altissimi, al contrario dei due movies dove, sulla base di quei pochi stralci che potuto vedere, essa è estremamente curata. Tuttavia, in questa serie, ho trovato originale il character design dei due protagonisti, mentre quello degli altri personaggi è assolutamente anonimo.

L'anime si apre presentandoci immediatamente i due protagonisti. Per prima Saki Morimi, in viaggio in America, che rappresenta il solito e irritante stereotipo della ragazza timida e piagnucolosa, ma dotata da un sorprendente intuito, come si vedrà più avanti nelle puntate. Proprio dinanzi alla Casa Bianca, s'imbatte in un strano tipo, Akira Takizawa, completamente nudo, con una pistola in una mano e una sorta di cellulare nell'altra, il quale ha perduto completamente la memoria. Takizawa appare fin da subito come un ragazzo molto sveglio e dall'identità ambigua, dai modi bizzarri e un po' selvaggi, che ciononostante fa presa su Saki, che è incuriosita dalla sua situazione e allo stesso tempo è turbata dal fascino che lui esercita su di lei.
Entrambi fanno ritorno in Giappone che, nel frattempo, ha subìto degli attacchi missilistici. Proprio qui, inizierà la vera e propria storia che si dipanerà fino alla fine.
Nel corso della ricerca verso la riconquista dei ricordi del suo passato, Takizawa scopre di essere uno dei 12 Seleçao, che partecipano o meglio sono stati costretti a prendere parte a un gioco dagli intenti edificanti e spietato al tempo stesso, ideato da un certo Mr Outside, che ha come obiettivo il salvataggio del paese. Ciascuno dei candidati, è in possesso di 10 milioni di yen e colui che riuscirà a vincere sopravviverà, mentre tutti gli altri verranno eliminati.

Da questo momento in poi, la storia segue la logica del gioco e diventa avvincente, perché via via la competizione si fa sfrenata e pericolosa. In tutto questo, ciò che colpisce di Takizawa è la disinvoltura e l'ottimismo, nonostante la consapevolezza di trovarsi in una condizione off limits, ma anche la profonda bontà e il coraggio, che sono indice di un'insospettabile saggezza. Insomma, incarna il personaggio dell'eroe; di un eroe però un po' sui generis.
Secondo me, Takizawa è l'unico a essere il vero e proprio personaggio di spicco, dall'irresistibile espressività; al contrario di Saki e di tutti i suoi colleghi, membri del gruppo Eden of the East, che sembrano delle giovani mummie, anche se dotati di abilità straordinarie, che danno sì un contributo fondamentale all'esito della storia, ma che non sono memorabili per nessun aspetto in particolare sul piano caratteriale. A ogni modo, superata l'iniziale diffidenza da parte loro, Takizawa comprende che sono all'altezza di aiutarlo a sventare il peggio.

Inoltre, l'anime è intriso di cultura pop, infatti non mancano riferimenti a film americani per esempio. Ma ciò che veramente è interessante sono gli spunti di riflessione e di denuncia sociale a favore dei giovani. C'è un sottile attacco alla politica, alla sua miopia e alla mancanza di considerazione verso di loro e verso anche coloro che vengono abbandonati a se stessi e credo che la spiegazione del titolo vada intesa proprio in quest'ottica. "Eden of the east", infatti, nell'anime è composto da ragazzi validi, che sono riusciti a realizzare cose straordinarie. In realtà, rappresenta il potenziale di energie e di cervelli, dei quali ogni paese potrebbe beneficiare, se solo venisse data loro l'opportunità.
Mai tematica è stata più attuale in questo periodo della storia civile.


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Manuel

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Iniziando dall'opening troviamo finalmente qualcosa di diverso, una canzone degli Oasis, molto carina, stacca decisamente da tutti i motivetti jappo che abbiamo sentito in molti anime e fa la sua bella figura in questo.
La prima puntata può stupire, lo ammetto, ma non in modo "stupefacente" per intenderci, potrebbe dare un sapore nuovo rispetto agli altri anime.
Un ragazzo si ritrova nudo, armato e senza memoria davanti la casa bianca dove incontra una ragazza (surreale è dire poco) e da li in poi si cercherà di capire come si è arrivati a quel punto, tra intrighi politici, complottismo e vari disagi della società nipponica.

I personaggi che compaiono nel corso dell'opera non sono minimamente caratterizzati, nemmeno i protagonisti lo sono, "lui" dovrebbe incarnare tutto ciò che di buono c'è in una persona, "lei" invece dovrebbe interpretare la ragazzina che deve crescere maturando idee e sentimenti, tuttavia non è questo il caso.
Le domande che potreste porvi all'inizio dell'anime non troveranno risposte esaustive, non credo di fare spoiler nel dire che l'anime non ha una effettiva fine poichè continua con due film, quindi molte questioni rimarranno irrisolte e le altre verranno bollate con spiegazioni di chi "non sa più che pesci pigliare".
Il disegno è piacevole da guardare per quanto riguarda gli sfondi e l'abbigliamento ma i volti sono decisamente da cestinare, lo stile (naso patatoso e occhi semplificati) può piacere o meno, e fin qui siamo tutti d'accordo, ma ci saranno molti più "bassi" che "alti" nel vederli disegnati e per notarlo io che non ci faccio mai caso, ce ne vuole.

Apprezzo quest'anime per l'idea di usare musiche in lingua non giapponese (tanto per variare, non mi è dispiaciuto), mi piace anche l'idea iniziale di chi l'ha ideato, sicuramente aveva in testa qualcosa di epocale alla "death note" per intenderci ma purtroppo non ha saputo portare avanti le sue aspettative in modo efficace, le banalità sono all'ordine del minuto in una veloce discesa verso un finale ridicolo.
Non vedrò i due film perchè l'anime mi ha deluso e non mi ha dato l'interesse necessario per chiedermi "ma come finirà davvero?" , l'unico consiglio che posso darvi è dirvi che, se potessi tornare indietro nel tempo, mantenendo i miei ricordi, non lo rivedrei.

Se decidete comunque di visionarlo, procuratevi i due film altrimenti sarà davvero "inutile".


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npepataecozz

Episodi visti: 11/11 --- Voto 4
Come precisato nella nota introduttiva Eden of the East va iscritto con pieno merito al genere fantascienza/mistero. Infatti il fatto che sia riuscito a vedermelo tutto è roba da fantascienza; perché poi mi sia ostinato a farlo è davvero un mistero.
Partiamo dai lati positivi: l'apparato grafico è molto curato, i disegni sono molto belli da vedere, specie alcuni fondali. Il tutto mi fa pensare che verso questo prodotto si nutrissero grandi aspettative, confermate ahimè dal fatto che c'è il classico non-finale con due film in arrivo per completare la storia. Queste aspettative purtroppo, almeno dal mio punto di vista, vengono ampiamente disattese. E qui passiamo alle dolenti note.

<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Punto primo: la trama. L'alone di mistero che avvolge l'intera storia è probabilmente rimasto tale anche nella testa dell'autore, che a un certo punto non sa più che pesci pigliare. Ne viene fuori così una spiegazione banalissima e assolutamente inverosimile: la salvezza del paese, affidata nelle mani di un poliziotto sadico, di un maniaco burocrate, di un bombardiere, di uno a cui non gliene frega niente e a una mozzatrice di uccelli (!). La salvezza a una serie di forum e di cellulari... e in mezzo un sacco di gente nuda, chissà perché.
Punto secondo: i protagonisti principali. Lui sembra Leonardo Di Caprio in Titanic, lei una ragazza senza un carattere ben definito, assolutamente passiva e che dà il meglio di sé rimproverandosi di avere quasi desiderato il primo bombardamento.
Punto terzo: i personaggi secondari. Noiosi, noiosi, noiosi. Il più interessante è il ciccione che non esce più dalla sua camera perché i pantaloni - l'unico paio che aveva! - gli erano volati dalla finestra. Poi quando ne indossa uno viene pure investito: peccato che gli esecutori non pensino di controllare se avesse lasciato in casa qualche informazione oltre a fregargli il cellulare.
Punto quarto: il misteriosissimo Mr Outside è l'anagramma di Ato size, o una roba del genere. Mi ricorda Star Balls in cui il codice inaccessibile della fortezza era 12345. Peccato che questo non sia un anime comico, però. I prescelti vengono chiamati membri della selecao in onore della rappresentativa brasiliana di football: ma cos'è, Holly e Benji?
Per chiudere abbiamo detto fantascienza e mistero; io ci metterei anche horror: infatti sono inorridito. Guardate altro che è meglio.


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niki010

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Ho iniziato a guardare Eden of the East principalmente perché ho sentito che la creatrice del character design originale era la stessa mangaka di Honey and Clover, e quindi ero invogliato a vederlo. Infatti il personaggio principale, Takizawa, ha una straordinaria somiglianza con il pazzo, talentuoso e pensieroso Morita di Honey and Clover. E tali caratteristiche di quel personaggio si riversano in questo, ed è quindi molto interessante vederlo in questo modo.
Ovviamente, ben presto ho scoperto che oltre a ciò non c'è davvero alcuna somiglianza tra le due serie.

Eden ha più una trama orientata allo show, che si occupa dei dettagli di un "gioco" che ha coinvolto cellulari tecnologicamente avanzati che concedono a chi li possiede ogni suo desiderio. Il problema è che i possessori devono utilizzare le risorse messe a disposizione per "salvare" il Giappone, altrimenti saranno uccisi dal "Supporter". Non è il mio tipo di "solito show".

Credo che quest'anime abbia avuto un grande potenziale e c'è stata chiaramente molta cura nel realizzarla, ma alla fine non mi sento soddisfatto.
Le migliori storie di questo tipo sono quelle in cui una trama inizia in maniera frammentaria per poi riassemblare i vari pezzi alla fine. Ciò non è mai accaduto qui.
I personaggi sono accattivanti in un primo momento, ma anche relativamente statici. La protagonista femminile si fa trascinare dagli eventi senza convinzione in ciò che sta facendo. Il protagonista maschile suscita una certa curiosità, ma questa non viene appagata nell'arco della serie. Né il rapporto tra i due protagonisti viene sviluppato efficientemente.

Ora , detto questo, la serie non è finita. Ci sono due film in lavorazione che concludono la serie. Quindi non voglio stilare alcuna sentenza definitiva, ma prendo la serie anime di per sé e non posso dire che dovrei elevarla al di là del "buono". Però ha una buona animazione e altri dettagli tecnici, la trama è forte, quindi credo che ci siano un sacco di persone che possano godere di quest'anime.


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ReiRan->--@

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Tokyo è stata colpita da un attentato missilistico, in una giornata denominata “Carlesss Monday", mentre 20.000 uomini sono spariti e non si sa che fine abbiano fatto: si tratta dei NEET ("Not in Employment, Education or Training"). Saki durante un soggiorno in America si imbatte in Akira, il ragazzo la salva da un fraintendimento con la polizia davanti alla Casa Bianca. La cosa strana è che Akira è totalmente nudo, ha con sé solo una pistola e un telefono cellulare molto particolare. Saki per ringraziarlo gli regala il suo cappotto, per poi rendersi conto di aver lasciato il passaporto in una tasca. È cosi che nel ritrovare Akira, Saki finisce per tornare in Giappone con lui, per invaghirsene, ed essere ricambiata. Ma chi è Akira? Perché era nudo? Perché soffre di amnesia? Perché aveva un nascondiglio segreto pieno di armi e documenti falsi? Da dove proviene il misterioso telefono che ha con sé? Cosa centra l’attentato missilistico? E chi sono quegli nomini spariti e perché sono spariti? Perché sono anch’essi nudi? Eden of the East parte in quarta, ci riempie di interrogativi. All’inizio dunque ne ero entusiasta.

Il telefono è un telefono molto speciale perché contiene dieci milioni di yen; all’altro capo vi è una voce che esegue ogni ordine, “Nobles Oblige”. Cosa si può fare con un telefono contente dieci milioni di yen? Un po' quello che si vuole, anche uccidere, come ci insegna una dei possessori, la serial killer dai capelli azzurri. Chi non vorrebbe possedere un telefono del genere? Il telefono viene dato a dodici “fortunati”. Abbiamo quindi dodici telefoni concessi ad altrettante persone diverse tra loro per sesso, età ed estrazione sociale. Sono i "selecao" o selezionati. Ma non è tutto così semplice, c’è una piccola fregatura: una volta ricevuto il telefono non ci si può sottrarre al gioco, si muore per l’inutilizzo della somma, si muore perché la si è spesa, si muore perché ci si è liberati del telefono. Come la si voglia vedere, alla fine ne dovrà rimanere uno solo (fa molto "Highlander"). Ma il senso del gioco qual è? Cambiare il Giappone, rifondarlo sulle ceneri di quello vecchio? Non si capisce.

Si parla di un mondo senza re. Forse il re rappresenta la moralità, che ormai questa società sembra aver perso. Il principe invece è uno dei selecao che sopravviverà e che ricreerà un modo più giusto. Il messaggio dunque è che questa è una società sporca e corrotta che deve essere cambiata? Secondo me questa è la costatazione dell’ovvio, che viene superata da una seconda e più importante verità: non si può uccidere e distruggere tutto per cambiarla. Il fine non giustifica i mezzi. Se no che senso hanno tutti gli sforzi di Akira?! Mah, sono solo teorie.

Le note positive sono sicuramente l’interessante personaggio selecao femminile, il serial killer e il personaggio di Panties, hacker recluso in casa, stile Welcome to the N.H.K. Non mi è dispiaciuta la figura di Saki, mentre invece trovo piatto e sciocco il personaggio di Akira.

Premesse ed argomenti interessanti, ma allora perché non ho dato un voto migliore? Semplice, l’anime non è all’altezza delle aspettative che ingenera all’inizio. Le spiegazioni che dà, le ritengo inadeguate, tirate per i capelli, per non dire ridicole. Inoltre l’anime non mi ha convinta, fino in fondo perché lascia molte questioni aperte.

<b>[ATTENZIONE! SPOILER]</b>
Nella fattispecie:
- Chi è mister Outside? Era veramente Ato o è il numero 12 della selecao, quello che ha portato al sicuro Juice?
- Come mai certi personaggi che sembrano morti resuscitano? Ma Pantsu non era morto? Invece resuscita in un ospedale.
- Come fa Akira a neutralizzare i 60 missili? I Neet usano Eden of the East come un gioco-simulatore di contraerea? E Juice sceglie le tattiche migliori?
- Spendendo tutti i suoi soldi per diventare re, Akira non dovrebbe morire? Insomma, una delle regole del gioco stabilisce che, se si finiscono i soldi, si viene eliminati.
Il messaggio di fondo è per me incomprensibile. Qual è dunque? Essere così cretini da prendersi la colpa per qualcosa che non si è commesso, mandare 20.000 uomini su un cargo a Dubai per tre mesi e cancellare la propria memoria, per coprire il fatto. Ma che senso ha? Martire inutile. Ma il senso del gioco è veramente cambiare il Giappone, rifondarlo sulle ceneri di quello vecchio? Non si capisce, anche perché non c’è un vincitore.
E poi qual è l’interpretazione del finale? Sta volta, Akira dopo che si è autoaccusato pubblicamente di essere un terrorista, non cancella la propria memoria e spedisce i 20.000 di nuovo a mo di merce. Ma decide di diventare re, per non apparire un villano agli occhi della persona che ama, Saki. È ridicolo! Ci proietta in una visione assolutistica del potere, alla “re sole”: <i>« le lois c'est mois »</i> ovvero la legge sono io. Quindi diventando re è al disopra della legge? Può fare quel che vuole e sfuggire all’accusa di terrorismo, che per altro lui stesso ha portato su di sé?
<b>[FINE DEGLI SPOILER]</b>

Secondo me è inutile scervellarsi, la storia non è del tutto finita, e potrebbe ancora riprendersi, ma anche peggiorare, nei due film che stanno per uscire. Entrambi sono la diretta continuazione della serie animata. Mi aspetto maggiori chiarimenti.


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HaL9000

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Dopo aver visto l'ultima puntata di questa serie sono stato colto da due sentimenti contrastanti: il primo negativo, dato che il finale rimane un po' troppo aperto (io non li apprezzo affatto i non-finali). Fortunatamente ho poi saputo che sono previsti due film che completeranno l'opera. Bene, li aspetterò con ansia.
Il secondo sentimento si può riassumere in una frase: “finalmente qualcosa di un po' originale!”.

Sì, perché questo lavoro, pur non essendo esente da difettucci qua e là, mi ha colpito per le situazioni e per l'idea di fondo alla base della storia.
Come succede spesso in anime di questo tipo, lo spettatore deve fare i conti con situazioni apparentemente incoerenti oppure non spiegate adeguatamente dalla sceneggiatura; indizi che, alla fine, assumono tutti un loro preciso perch*.
Parlando dei difetti di cui accennavo poc'anzi, mi riferisco in particolar modo ad alcune forzature della trama, che paiono configurarsi come delle scorciatoie dell'autore/i, ma in fin dei conti, trattandosi di una serie breve, lo si può anche capire.

Una nota per la qualità dei disegni, veramente ottima (sopratutto i fondali, molto curati); buona la qualità dell'animazione, con l'uso in alcuni casi di un poco di computer graphics, ma mai in maniera troppo fastidiosa.
Mi ha incuriosito la massiccia presenza nell'anime di persone nude (rigorosamente uomini, ahimè), e una strana ossessione, in più punti della storia, per il “johnny” (chi vedrà, capirà).Ma a quale pro, poi? Mistero.


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LightLife

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
<b>ATTENZIONE! POTREBBE CONTENERE SPOILER!</b>

Chi è il principe?

“Lui non aveva altra scelta se non quella di diventare il principe; o meglio ha capito che il futuro che noi volevamo sarebbe arrivato solo se qualcuno di noi si fosse sacrificato diventando appunto “principe”. Ed è per questo che anche se riluttante ha cercato di diventare un principe lui stesso, in un mondo come questo senza Re…”

È questa la prima frase pronunciata da Saki, coprotagonista femminile, all’inizio della prima puntata, è questa la frase emblematica e determinante per comprendere Eden of the East, ultima produzione del famosissimo Kenji Kamiyama, già autore di quel capolavoro di Ghost in the Shell: Stand Alone Complex e il susseguente Ghost in the Shell: Stand Alone Complex - 2nd GIG.
L’anime è quindi una sorta di flashback che racconta proprio il modo in cui Akira, il protagonista, diventa “principe”. In quest'anime non ci saranno però né castelli né principesse né cavalli bianchi. La figura del principe è diversa da come la si possa immaginare.

Il principe di cosa quindi?

Per rispondere a questa domanda è necessario introdurre più specificatamente alcuni elementi. Tutto inizia con un Akira completamente nudo di fronte alla casa bianca. Il concetto di nudità è infatti molto presente in quest’anime, sopratutto nudità maschile, nudità senza alcuna vergogna. La nudità infatti rimanda al concetto di purezza; Adamo ed Eva, i primi abitanti del paradiso, appunto Eden, vivevano tranquillamente nudi poiché erano senza peccati e vergogna, l’imbarazzo invece nacque per nascondere il peccato ed il male. Akira che ha perso completamente la memoria vive una sorta di rinascita nella purezza: non si ricorda cosa ha fatto, non si ricorda se ha fatto del bene o del male, non si ricorda da dove viene; la sua è quindi una nuova vita.
Il fatto stesso di essere nudo e puro di fronte alla casa bianca è un forte messaggio di contrasto tra il centro del potere mondiale, potere non sempre gestito in maniera illibata, e la purezza di un ragazzo.
Così come Akira è nudo e senza memoria allo stesso modo lo spettatore si trova a dover re-intrecciare pian piano i fili della vicenda mentre lo stesso protagonista acquisisce pian piano i suoi ricordi. Il mistero inizialmente fitto si dirada progressivamente nel corso degli 11 episodi. Con l’acquisizione dei ricordi la figura pura di Akira inizierà di nuovo a sporcarsi della consapevolezza e della durezza del mondo, e susseguentemente lo spettatore si rende progressivamente conto dello stato decadente della società.

Acquisendo i ricordi insieme al protagonista verremo lanciati in una vicenda al cui centro vi sarà un gioco. Un gioco crudele ma necessario. Mr. Outside, una figura ancora più misteriosa, ha un obiettivo: salvare il Giappone. Per fare questo dà uno straordinario potere a dodici persone. Il potere che viene dato è forse il più tremendo della nostra epoca: sto parlando del denaro. Con 10 miliardi di yen ciascuno dei dodici eletti deve cercare di salvare il Giappone, solo il vincitore sopravvivrà e gli altri saranno uccisi.
L’obiettivo è dunque quello di portare il paradiso in terra; ma cos'è il paradiso? Il concetto di paradiso è molto diverso a seconda della prospettiva della gente. Un avido spera in un paradiso pieno di ricchezze, un lussurioso ambisce ad un paradiso pieno di donne, una persona buona desidera un paradiso pieno di persone come lui, ecc. Chi di noi può dire qual è la scelta giusta?
Per superare questa dilemma Mr. Outisde ha deciso di assegnare il potere a persone di rango e di moralità diverse, sperando che alla fine si affermi un tipo di “giustizia” adeguata al mondo in cui viviamo, la quale non sempre coincide con la giustizia morale.

Si parlava inizialmente di purezza; la purezza di Akira che pian piano viene meno nel momento in cui i dubbi di un atto atroce iniziano a pervadere il suo cuore: si pensa che abbai ucciso 20000 NEET. E a questo punto della trama viene introdotta la seconda e più importante componente dell’anime: appunto i NEET.
NEET in Giappone sostanzialmente indica chi si esclude dalla società, un po’ come il termine Hikkikomori: sono persone che si rinchiudono in se stesse perché hanno paura di ciò che le circonda, perché temono il mondo.
Nel corso della trama si comprenderà che Akira non ha ucciso i NEET ma al contrario li ha utilizzati per salvare il Giappone. Egli è dunque il “principe” dei NEET? No, non è ancora questa la risposta alla domanda iniziale, o almeno non lo è completamente.

Akira non una ma due volte sfrutta i NEET, o meglio ne sfrutta il grandissimo potenziale. Generalmente questa persone sono molto intelligenti, nei periodi di segregazione infatti studiano molto, si impegnano, diventano dei geni del computer e altro. E allora perché non sfruttare questa forza, perché il Giappone ignora, o meglio ripudia queste migliaia di persone che potrebbero aiutarlo nella ripresa dalla crisi? Akira punta a far comprendere ciò.
I NEET però sono persone timorose, sono timorose perché pure, sono pure e quindi sono nude (come detto nudità=purezza). Ogni volta che i NEET compaiono nell’anime infatti sono completamente nudi. Sono nudi ma non si vergognano di esserlo, cosi come Adamo prima del peccato non si vergognava di andare in giro senza vestiti, così i NEET agiscono nudi perché sono consapevoli della loro purezza nel mondo.

Per rispondere però alla domanda iniziale è necessario ancora approfondire il concetto di “paradiso”. Il titolo della anime infatti riprende quello di La valle dell'Eden (East of Eden) - film del 1955 diretto da Elia Kazan. Il film esplora temi differenti come depravazione, carità, amore, la battaglia per essere accettati, quella per la grandezza, la capacità di autodistruzione ma, specialmente la colpevolezza e la libertà. Lo stesso titolo originale, East of Eden, è preso letteralmente dal 16° verso della Genesi. La relazione tra l’anime è la mitologia cristiana è dunque molto forte. Nell’anime pero l’”Eden of the East” è un programma assolutamente rivoluzionario sviluppato proprio da un gruppo di NEET, saranno infatti gli stessi NEET sfruttando il concetto di comunità a far avanzare e progredire il software.
Per stimolare questi NEET a uscire dalle loro camere, a sforzarsi per raggiungere grandi obiettivi, deve esserci una figura forte che si ponga come comune nemico su cui convogliare l’odio e il rancore. Akira vuole proprio raggiungere questo risultato, ha capito come salvare il Giappone, ma per farlo deve sacrificare se stesso, deve essere egli stesso il nemico da combattere.
Egli è dunque il “principe sacrificato”, l’agnello di Mrs Outside, l’agnello di Dio. Come viene detto nell’anime il re non può comparire, infatti Mrs outside rimane nel mistero proprio perché rappresenta Dio che ha questo potere immenso ma non potrà mai agire direttamente sulla Terra. Akira è quindi il principe del paradiso ovvero la sua figura è accomunata al quel Gesù cristiano che è costretto al sacrifico per indirizzare gli uomini verso la retta via.

In questo modo si arriva all’ultimo episodio, l’undicesimo, dove il messaggio risulta finalmente chiaro: “Giappone non tralasciare le persone come i NEET, Giappone purificati, cerca di allontanare il putrido e apriti di più a quelle persone che con la loro intelligenza possono farti risollevare!”. Tuttavia alla fine vi è uno sfasamento tra trama e messaggio. Ricordate Evangelion? In realtà le vicende non si concludevano però il messaggio che la serie voleva mandare agli otaku era chiaro. Lo stesso succede in questo caso, tuttavia come in Evangleion questi tipi di sfasamenti, voluti o meno, lasciano una trama non completa e un finale aperto che non sempre piace ai fan. Eden infatti finirà definitivamente con due successivi film.

Concludendo si tratta di un anime innovativo e coraggioso. Alla fine rimangono molti interrogativi aperti ed elementi che avrebbero senza dubbio potuto essere sviluppati meglio. A un regista cosi innovativo come Kamiyama gli 11 episodi stanno fin troppo stretti, e questo rimane il punto debole della serie.
Certo le allusioni sociali sono il punto forte dell’anime, che vuole essere un richiamo soprattutto ai giovani e una forte spinta ad agire e a svegliarsi, poiché il futuro sono loro.

Il principe di cosa quindi?
Il principe del sacrificio nonché della rinascita: il principe del nuovo paradiso!

LightLife


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Sha

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Higashi no Eden/Eden of the West è probabilmente l'anime più corto che io abbia mai visto.
E non solo, inizio col dire che ha anche un'atmosfera fuori dalla norma (un po' come Darker than Black), ma ne parlerò con calma.

Definire il genere non è proprio facilissimo. Direi perlopiù mistero, anche se ho notato spesso e volentieri elementi introspettivi, di fantascienza e addirittura romantici.

Cattura immediatamente grazie ad una stupenda opening, orchestrata degnamente dalla canzone "Falling Dawn", a mio parere ottima, e abbastanza coincidente con l'anime.
Appena iniziato, partono istantaneamente le stranezze: ragazzi nudi in giro, cellulari magici, amnesie e chi più ne ha più ne metta. Questo sarà il pretesto narrativo, che ci porterà mano mano a venire incontro a tutti gli arcani che avvolgono il prodotto. O almeno così si potrebbe pensare fino al finale.

Nonostante la trama molto originale, piena di spunti, di tematiche e misteriosa, appunto, si assiste ad una conclusione apertissima che non solo lascia capire ben poco, ma toglie completamente il fascino al protagonista, dandogli le solite motivazioni da eroe vuote e scialbe.
Ed è appunto il finale il maggior difetto dell'anime. Non so cosa ci porterà il film, tuttavia non mi è piaciuto l'aver lasciato allo spettatore un semplice pugno di mosche, neanche avvincente o ben costruito.
Perfino le varie stramberie-magie mostrate nel corso dell'anime vengono abbandonate a se stesse. Devo dunque dedurne che il cellulare permette di realizzare i desideri?

Per quanto riguarda i personaggi, siamo a livello medio-basso: in realtà nessuno mi è rimasto particolarmente impresso, sarà per il numero di episodi estremamente basso, ma li ho ritenuti tutti uguali e veramente poco approfonditi. Quello che maggiormente attira l'attenzione è sicuramente Mr. Outside, altra figura che, seppur ribadita continuamente, rimane avvolta nell'ombra anche alla fine.

Riguardo alla realizzazione tecnica, essa è, a livello di musiche e di sfondi, davvero ben fatta, ma lo stile "chibi cresciuto" con cui sono stati ritratti i vari personaggi mi ha lasciato un po' interdetto.

Consigliato, quindi?
A conti fatti è veramente corto, quindi ci metterete sì e no una settimana per vederlo tutto, ma poi resterete delusi dal finale.
Se dunque siete tipi speranzosi ve lo consiglio caldamente, altrimenti pensateci due volte.


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shonan-oni

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Anime molto ben disegnato. Le musiche buone e una storia intrigante e molto "great".
I personaggi hanno una grafica eccezionale, anche se quelle guance rosse potevano lasciarle stare.
Takizawa, il nome usato dal protagonista per identificarsi, è un ragazzo di grande nobiltà d'animo: farebbe di tutto per salvare il pianeta, e durante il cartone si potrà vedere che non stenta ad addossarsi tutte le colpe anche se non sono sue.
All'inizio uno può pensare che il cartone è un hentai visto che il protagonista si ritrova nudo in mezzo alla strada con una pistola in mano e un cellulare, ma invece ci saranno al massimo 1 o 2 piccoli riferimenti al sesso.
Il cartone ruota intorno al cellulare del protagonista:
infatti è immischiato in un gioco e... bè, non vi dico altro perchè poi racconterei tutta la storia.
Insomma, se qualcuno vuole guardarsi qualcosa di diverso può benissimo optare per Eden of the east, o Higashi no eden. In fondo sono solo 11 episodi.
Non do 10 al cartone perchè la storia finisce troppo brevemente, e poi il finale è troppo sintetizzato.
Comunque davvero un anime buono.


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HTxTH

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Quando ho iniziato a vedere questo anime sono rimasto colpito da tutto: la trama, la sceneggiatura, le musiche, le animazioni e i personaggi. Una grafica ottima supportata da dialoghi di un certo spessore, alquanto moderni inoltre. E dei personaggi, che sembrano avere uno spessore, un loro prima, un possibile poi. Ottime le interazioni, le animazioni e soprattutto i fondali che ripropongono una Tokyo perfettamente realizzata. Il design degli elementi tecnologici è spettacolare, la moto del protagonista è minuziosamente riproposta (dovrebbe essere uno skyliner dell'Honda).
Inoltre durante gli 11 episodi dell'anime ci vengono presentate trovate divertente e un'ottima storia, esposta bene e sviluppata al meglio, fino all'episodio finale, che ritengo essere la grande unica pecca di tutto il lavoro.
Infatti per comprendere al meglio il tutto, la produzione ha realizzato a seguito della serie 2 e dico 2 e ripeto 2 film che ancora devono uscire e devo vedere... ma perché mi chiedo io!
Questo è veramente un bell'anime, ma non si spiega bene da solo, butta le basi di un sacco di idee e non esagera mai, quasi ripercorrendo una storia reale, come fosse un ottimo sunto di un romanzo, ma si perde nelle battute finali. Purtroppo la sceneggiatura diviene marginale al fine di completare il resoconto esposto nei precedenti capitoli.
E' con un po' di amarezza che lo consiglio, sperando comunque che i film in procinto di uscire permettano al sottoscritto di ricredersi del tutto.

kaeru

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kaeru

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Premetto dicendo che Higashi no Eden mi ha colpito molto positivamente; davvero un'ottima serie, anche se a volte azzardo e la considero "il trailer dei film", nel senso che lascia davvero molte cose in sospeso.
La trama è molto ben sviluppata, e sebbene inizialmente potrà sembrare di non trovare il nesso logico degli avvenimenti, con lo svolgersi delle vicende potrete iniziare a comporre il puzzle che suppongo si concluderà con l'uscita dei due film in programma.
Ho apprezzato moltissimo la scelta di caratterizzare in modo molto preciso i paesaggi di sfondo, curandoli nei minimi dettagli, cosa che rende l'anime decisamente gradevole da seguire.


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obogsic

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Ti lascia l'amaro in bocca quest'anime.
La trama è talmente lenta che a tratti è davvero inconcludente, per poi accelerare negli ultimi 3 episodi in maniera repentina.
E quando l'anime comincia a diventare davvero avvincente finisce...
I personaggi non sono un granché...lo stesso Akira, non ricordando nulla del suo passato, fatica ad assumere una sua fisionomia...anche perché viene un po' mitizzato come un affascinante ragazzo solare e disponibile ma piuttosto misterioso riguardo ai suoi affari.
Un po' patetico e irrelistico secondo me.
Gli altri personaggi, se si eccettua l'hikikomori che compare negli ultimi episodi e un po' il Selecao gnocca che rapisce i maniaci, sono piattissimi e quasi inutili ai fini della storia.
Una trovata molto interessante che invece non è stata quasi per nulla sfruttata è quella del software che il "club" dell'Eden dell'est ha sviluppato.
Ancora non mi capacito di come abbiano pensato di far sviluppare a 4 ragazzini un programma così sofisticato, ma visto che l'avevano tirato in ballo almeno facciamo fruttare, no?
Tecnicamente invece siamo a ottimi livelli.
Sebbene il charachter design non mi ispiri particolarmente (alcuni personaggi sembrano proprio bimbi cresciuti) nel complesso è stato fatto un bel lavoro.
Anche le musiche e le ambientazioni sono di buon livello.
Peccato...le idee se ben sfruttate avrebbero potuto portare ad un gioiellino...così mi sa di grande occasione mancata.


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Honze

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Originalità e lentezza. E' questa la vera vena creativa con cui si presenta la serie di Eden of the East; proponendo sin dall'inizio situazioni poco comprensibili in un atmosfera mista Shoujo / Hard Boiled. Il senso della storia è chiaro, i personaggi ci rivelano lentamente ciò che serve per comprendere le ragioni delle loro azioni, e ciò può anche bastare, non serve nulla di più per avere una chiave di lettura di Eden of the East. Con il proseguire degli episodi il telespettatore ha sempre più la convinzione di essere all'interno delle vicende. Per gustarsi questa serie, prima di ogni altra cosa, è necessario abbandonare ogni fretta di conoscere tutto e subito. Lentamente i Fatti saranno svelati ed il filo narrativo si arricchirà. Il Telespettatore dovrà infatti seguire Akira nelle sue peripezie per riacquistare i frammenti della propria memoria perduta; seguendo tale storia - che diviene il vero fulcro di Eden of the East -, si otterrà la comprensione di ciò che sta avvenendo attorno ai personaggi. Punto a sfavore della serie rimane, come una lama a doppio taglio, la stessa lentezza nello svolgimento. 11 episodi non sono abbastanza per avere una descrizione profonda degli stati emotivi e delle vicissitudini personali dei personaggi. Inoltre, essendo prettamente la storia della ricerca di ricordi perduti, può alle volte venire a galla un certo senso di Deja-vu; che può scontentare qualcuno. Punto dolente della serie è probabilmente la fine. Una fine similare a Soul Eater, e che lascia varie perplessità. Una fine veramente scialba ( se lasciata così come è ). Senza ombra di dubbi, Eden of the East è una serie da vedere, e da gustarsi con la dovuta calma. Soprattutto è da riporre speranze nel Film di prossima uscita.


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Limbes

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
È una serie dalle forti ambivalenze <b>Eden of the East</b>, progetto by <i>Kenji Kamiyama</i> e concretizzazione della <b><i>Production I.G</i></b>. <b>Eden of the East</b> è anche il primo soggetto originale steso da <i>Kamiyama</i>. Piccolo dettaglio, perché già i precedenti lavori del regista si muovevano sui suoi punti caldi: sistema e società, oggi.
<i>Kamiyama</i> non ha mai nascosto di volerne parlare. E ha mostrato pure di saperne parlare, senza troppe banalità e con un personale spirito critico, un po’ tutto il suo operato sta lì ad attestarlo. Ma attesta anche altro, ovvero alcuni problemi nella sintassi, scrittoria soprattutto.
Errori di organizzazione e conduzione del materiale narrativo erano emersi in più battute – soprattutto nel primo <i>SAC</i> e in <i>Solid State Society</i>, meno in <i>Serei no Moribito</i>. Emergono anche qui, in un <b>Eden of the East</b> crogiolo di tanti discorsi, forse troppi.

Disoccupazione giovanile, terrorismo, meccaniche di potere, relativismo etico, realtà espansa, conflitti generazionali, stasi politica, eccetera: è difficile non tanto evocare tutto ciò, ma contestualizzarlo, svilupparlo e allo stesso tempo ricostruire, nella messinscena, una storia smontata in fase di sceneggiatura.
<i>Kamiyama</i> non ci è riuscito, spesso ha abbandonato per strada molti pezzi per ripescarli, di fretta, in dirittura d’arrivo, muovendosi per cenni in un periodare poco organico. Forse il compito andava oltre le sue possibilità, o più probabilmente oltre quelle di uno spazio di undici episodi. Ma lui ci ha provato, con i suoi modi.
Regia lineare e scorrevole, esposizione pulita, asettica se vogliamo, <i>Kamiyama</i> non è uno che forza la mano o che mostra la sua, di mano. Magari dovrebbe iniziare a farlo. Si parte da una forma scolastica, corretta, per evolvere qualcosa di personale. Avrà tempo per iniziare a farlo, seppure <i>Serei no Moribito</i> lasciava pensare a uno sviluppo in tal senso.

Per adesso, così, non va male. La confezione non appare eclatante ma non se la cava male. La trama in generale non è male. È attuale, bilanciata nei toni tra impegno e disimpegno, si prende sul serio senza essere pesante. A tratti è anche frizzante, il protagonista lo permette, quell’Akira smemorato <i>hipster</i> postmoderno, in un possesso di una lampada di Aladino postmoderna, coordinata di un utopico motore degli eventi da accettare e accettabile senza troppi patemi. D’altronde, date delle premesse, basta rispettarle per mantenere la coerenza del gioco. Tale è la base su cui si regge ogni finzione.

Non è il <i>concept</i> a difettare in <b>Eden of the East</b>; che venga lasciato cadere nel nulla è già più discutibile come scelta. La serie <i>de facto</i> sembra un ginnasio in cui sono stati tracciati lo scenario dell’anime e i percorsi di tutti i bei personaggi – elaborati con un chara (della <i>Umino</i>) forse troppo spoglio e delicato, funzionale e funzionante solo entro determinati limiti, eccettuati i cerottini nasali, una macchia più che un vezzo.
I due film dovrebbero risolvere le faccende in sospeso, che non sono poche. E dovrebbero dare inoltre un senso a una serie che, autonomamente, si regge in piedi soltanto fino a un certo punto, mezzo colpo a vuoto di un <i>Kamiyama</i> che ancora stenta a togliersi le piume dell’adolescenza.


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Vash437

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Sulla scia dei cartoni di ultima generazione sono nate opere come Death Note o Code Geass ambientate in un mondo in cui la società, persa, vagabonda senza un preciso obiettivo e cercando un modo per migliorarla arrivano a noi personaggi che poi diventeranno miti. Da qui possiamo dire che Eden of the East segue la stessa strada sostituendo pero ai superpoteri o agli oggetti magici una tecnologia arrivata a livelli molto alti, internet è ormai divulgato in ogni zona del paese e viene sfruttato da quasi tutti gli apparecchi di telecomunicazione (computer, cellulari ecc..). A pari passo anche le altre tecnologie si sono evolute e cosi nascono programmi che offrono molteplici utilità, tra questi quello da cui prende il nome il cartone "Eden of the East", che avrà un ruolo abbastanza importante nel corso della storia, per quanto riguarda il suo funzionamento vi lascio nell'oblio in modo da non togliere la sorpresa!
Aggiungiamoci una buona dose di "giallo" e investigazione, caratteristiche proprie della storia, il risultato è una trama molto intricata e interessante dove vi si terranno in sospeso molte cose fino alla fine con la possibilità di creare opinioni diverse tra gli spettatori, a parer mio è uno di quei cartoni che prende e non lascia più se amanti del genere.
I personaggi sono ben caratterizzati ma credo che data la lunghezza (o meglio la cortezza?: D) si sia potuto approfondire solo alcuni di questi purtroppo, in ogni caso Akira (o chiamatelo col nome che vi aggrada di più!) è uno di quelli che si definirebbero "leader" trasmettendo un energia strana, di quelle che percepisci solo guardandolo negli occhi. Amerete il suo modo di fare e la sua naturalezza, il suo punto di forza è la determinazione e il suo modo di essere libero è senza eguali, che cosa fareste se vi ritrovaste nudi con una pistola e un cellulare in mano davanti alla casa bianca?che lui ci abbia dato la risposta migliore?be questo parere è soggettivo quindi..a voi.
In definitiva un opera del tutto in linea coi progetti contemporanei e che spicca tra gli altri per la qualita e la quantità dei contenuti passando dal problema dei Neet giapponesi, i ragazzi che "snobbano" la società rinchiudendosi nelle proprie case, a quello della persone che sembrano divertirsi davanti alle catastrofi chiedendone ancora (se vogliamo azzardare un ispirazione a Gantz?), altra caratteristica è la quotidianità che viene trasmessa in chiave assolutamente realistica, le ambientazioni riproducono il traffico, i semafori, gli eventuali vigili, passando poi ai personaggi che agiscono quasi come fossero in un film, per esempio utilizzano molto il cellulare per comunicare fra loro proprio come faremmo noi tempestandoci di messaggi o squilli.
Qui probabilmente il fattore di spicco di questo cartone dove si è data molta importanza a tutti questi particolari, in ogni puntata si vuole esplicitamente trasmettere un informazione allo spettatore facendogli leggere direttamente il messaggio o la mail arrivata al personaggio, sono poche le volte in cui un fatto è spiegato grazie al sapere di altri che raccontano i fatti e questo fa entrare ancora di più che ce dall'altra parte dello schermo nella storia.
Tecnicamente è un successo previsto!Credo che la Production IG non abbia bisogno di presentazioni e con quest'ultima opera ci ha regalato l ennesimo capolavoro, il livello di animazione raggiunge quelli di un film cinematografico facendo attenzione a riprodurre anche le azioni più piccole (come sistemare quelle due cose sul tavolo che facciamo prima di uscire!), gli sfondi utilizzati sono quasi perfetti, basti vedere la cura che hanno avuto riproducendo i riflessi sui vetri o sull'acqua.
Quindi un Grazie di cuore a Kenji Kamiyama, che ho già apprezzato e sto apprezzando per le due serie di Ghost in the Shell che consiglio vivamente, ma un grazie anche allo studio IG che continua a regalarci queste chicche anche in tempi di crisi!:D


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jane_lane

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
<b>Attenzione, qualche spoiler!</b>

Signore e signori, ecco a voi Higashi no Eden, serie che aspirava al titolo di miglior anime del 2009 e che invece si porta a casa il solo premio per le premesse meglio disattese!
Lasciamo da parte le (giuste) lodi per animazioni, musiche, sfondi e disegni, e concentriamoci sui contenuti.
La serie parte col botto. Il primo episodio, pur con qualche sbavatura, colpisce come raramente accade, mostrando una trama intrigante e originale, in grado di suscitare parecchi interrogativi.
Le puntate successive sono ancora migliori: storia sempre più coinvolgente, azione, misteri, citazioni cinematografiche, tematiche molto attuali (dal disagio giovanile al complottismo) e si cominciano a intravedere significati non banali e una critica all’attuale società giapponese. Tutti questi elementi vengono sapientemente gestiti da un’ottima sceneggiatura, che riesce a mantenere viva l’attenzione in ogni momento giocando al gatto col topo con lo spettatore, fornendo risposte che a loro volta fanno sorgere nuove domande.
Per 5 episodi si sfiora la perfezione, e se il voto non è un 10 è un 9,5.
Poi… poi non so che succede. Nella seconda parte dell’anime, la trama, impeccabile fino a poco prima, comincia a perdere colpi, anche e soprattutto per via di una discutibile gestione degli eventi.
Si dedica fin troppo spazio a situazioni per cui sarebbe bastata la metà del tempo concesso, come ad esempio la presentazione degli amici di Saki o la vicenda della Seleçao 11 (che tra l’altro nemmeno si risolve), mentre per le parti davvero interessanti (i piani del numero 1) non restano che pochi minuti, giusto il necessario per dare un contentino e lasciare in sospeso il grosso della faccenda.
Voi direte: ”Guarda che è così perché ci sono in programma ben due film cinematografici, verrà tutto spiegato lì!”.
Lo so, e magari saranno anche dei capolavori, ma per ora non vi sembra che abbiano solo danneggiato la serie TV?
Sembra quasi che l’anime sia solo un gigantesco spot per i movie! Posso immaginare i discorsi degli autori: “Questa parte è interessante, teniamola per i film!” “Giusto, ma prima giriamoci un po’ intorno e facciamo sbavare il pubblico, così va al cinema!”
Simili ragionamenti sono anche comprensibile da un punto di vista commerciale, anzi, se lo scopo era invogliare alla visione del seguito è stato pienamente raggiunto, tuttavia qui si parla della serie in sé, e non posso fare a meno di ribadire che nel complesso la storia si poteva gestire meglio.
Purtroppo non ho ancora finito con le critiche. Non tutti i misteri rimangono tali e, ahimè, in alcuni casi le spiegazioni sono molto più banali di quanto fosse lecito aspettarsi.
Sperando di non spoilerare troppo, mi chiedo: non era più interessante un delinquente (pentito o meno) piuttosto che l’eroe puro che attira l’odio e si assume colpe non sue per un bene superiore?
Da segnalare infine la presenza di coincidenze fin troppo inverosimili, “resurrezioni” evitabili e il personaggio di Saki, inizialmente abbastanza valido perché forniva il pretesto per trattare diverse tematiche, alla fine risulta solo irritante e noioso, anche se qui si va sul gradimento personale.
E un’ultima cosa (ma questo non è un vero e proprio difetto): ci voleva davvero così tanta genialità per capire come abbattere i missili?
Tirando le somme, penso che questo anime meriti un 7,5 per le molte buone idee di base e la realizzazione tecnica, ma purtroppo tale voto è da interpretare come una delusione, perché con simili potenzialità si poteva ottenere molto di più.
Non ci resta che attendere i film, speriamo che sia valsa la pena sacrificare la serie per loro!

Shujin

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Shujin

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Fin dai primi episodi l'anime promette bene e si discosta dai soliti prodotti...
Più la storia prosegue più ci si lascia coinvolgere, ma non tanto per i personaggi, i quali avrebbero richiesto un maggior approfondimento, anche se per soli 11 episodi non si sarebbe potuto fare molto di più, quanto piuttosto per la trama e il gioco nel quale sono coinvolti i Celecao.
Comunque l'anime è ricco di idee interessanti e quasi tutti gli interrogativi vengono risolti alla fine. Alcune parti sembrano un po' stiracchiate e non reggere molto bene, ma è anche questa una peculiarità dell'anime a mio avviso che accentua il carattere misterioso, e a volte assurdo, della storia.
Per questo gli do 9...


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Internessa

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Bene, Eden of the East mi è piaciuto sino alla fine anche se l'ultima puntata mi perplime un po'... troppe domande in sospeso.
Chi è il Supporter? Chi è Mr. Outside in realtà? a meno che io non lo abbia capito ma son lì da cercare nell'ultima puntata.
E poi la telefonata finale fatta a Juiz... insomma... attenderò con pazienza i due movies sperando che siano esaurienti perchè la curiosità è rimasta.
Saki, il suo carattere così indeciso e troppo dolce a volte è snervante... ma per il resto confermo 8 e mezzo come voto.


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hideki20

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Questa serie l'ho scoperta per puro caso,ovvero navigando tra le pagine di Animeclick; grazie mille ragazzi..^^
La trama per quanto complessa riesce a svilupparsi molto bene in solo 11 episodi, anche se il vero finale lo vedremmo nei due film che usciranno.
I disegni sono favolosi, come l'animazione,la trama è molto avvincente e sofisticata,ma abbastanza semplice da capire.
Il voto che gli do è 9.5, solo perchè il (falso) finale mi ha lasciato abbastanza deluso, non per il tipo di finale,ma perchè pur rivedendolo 10 volte, non ho ancora ben capito cosa voglia dire;per questo aspetto con ansia l'uscita dei due film che dovrebbero concludere realmente la serie.
Quindi ve lo consiglio veramente di vedervelo.

dinogen

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dinogen

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
L'ennesimo lavoro giapponese dove a fianco di un disegno eccellente, una animazione superba, e una regia ottima si affianca una storia di una debolezza sconcertante. Parte in tromba tenendoti incollato alla trama che però si conclude (o meglio non si conclude) in una solenne sciocchezza. Temo che il problema sia diffuso. Gli scrittori,troppo spesso, sono l'anello debole della animazione giapponese contemporanea. E questo Eden of the East ne è l'ennesima prova. Parte con una idea buona, anzi eccellente, poi però non sanno assolutamente portarla avanti. Veramente un peccato.


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Gisaku75

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Eden of the east è decisamente una perla rara, una serie assolutamente non commerciale e di altissima qualità. Il Chara design è molto curato per ogni personaggio, da quelli principali alle comparse, in modo da fa apparire ciascuno di loro non solo credibile, ma anche molto "reale". Stesso discorso per le ambientazioni così ben fatte da trasportare al loro interno lo spettatore. Per quanto riguarda le musiche, beh, la sigla di apertura è Falling Down degli Oasis, bellissima e perfetta per quest'anime.
Ma il pezzo forte è la storia, un mix perfettamente riuscito fra la favola di aladino, la cospirazione paranoica e la denuncia sociale. Il nostro protagonista senza memoria, invece di una lampada magica un genio e 3 desideri, ha un cellulare una segretaria e 10.000.000.000 di yen da spendere per salvare il Giappone. Ma chi li ha dati a lui e a altre 11 persone? Come fa a ottenere tutto quello che vuole solo con una chiamata? Perché non ricorda niente del suo passato? E soprattutto cosa lo collega ai recenti attentati terroristici in Giappone? Oltre a dover trovare la soluzione a questi enigmi il nostro principe dovrà rendere felice anche la sua principessa, il tutto con l'aiuto di una banda di N.e.e.t. (otaku informatici) confrontandosi con gli altri "salvatori" del Giappone come lui.
Il grande difetto di questa opera è la durata. 11 episodi sono troppo pochi considerato le potenzialità che la serie esprime, probabilmente da parte dei produttori è mancato il coraggio di credere fino in fondo a un prodotto decisamente molto maturo e quindi di nicchia. Il finale risulta un pò buttato. Sono comunque previsti 2 film, assolutamente da non perdere!

Lazarus

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Lazarus

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Una trama molto particolare, avvolta da un mistero che si dipana episodio dopo episodio, fino alla conclusione. Arrivati all'undicesimo ed ultimo episodio non resta che tirare le somme, ma purtroppo sono decisamente meno positive che in partenza: senza anticipare nulla, mi limiterò a dire che varie cose andavano approfondite ed esaminate meglio, svariate decisione sembrano voler giustificare più che spiegare gli avvenimenti, per culminare in un finale largamente inconcludente... poteva andare molto meglio!
Non è che non si diano le dovute spiegazioni agli eventi narrati, ma l'idea che permane è quella di una conclusione anticipata, per una seria che poteva (e doveva) durare decisamente qualche episodio in più.
Quel che resta è una buona realizzazione tecnica, per una storia che si discosta dai classici standard, e che prova, senza purtroppo riuscirci a pieno, a raccontare qualcosa di diverso.
Un 7 per l'impegno e la buona volontà se li merita.

kata_20

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kata_20

Episodi visti: 8/11 --- Voto 9
Sicuramente un ottimo lavoro. Lo ritengo uno dei miglior anime del 2009, che ti appassiona per l'originalità della sua trama. Il mistero che sta dietro questa storia aumenta sempre di più la curiosità per l'episodio successivo. Uno dei pochi difetti ritengo che sia il character design non all'altezza dell'ottima qualità e potenzialità dell'anime. Visto che l'anime è di soli 11 episodi e io ne ho visti già 8 e siamo praticamente ancora all'inizio della storia questo fa pensare che si dovrà aspettare una nuova serie e spero che non ci facciano aspettare molto.


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JayD

Episodi visti: 5/11 --- Voto 9
Decisamente uno dei migliori anime che mi è capitato di vedere negli ultimi tempi. Curatissimo nei fondali e con un carachter design molto piacevole. La storia è in via di sviluppo e finalmente qualcosa di originale un po' fuori dai soliti schemi. Ottima la opening degli Oasis che a mio modo di vedere calza proprio a pennello. Unica pecca il fatto che è ancora in corso, e dover aspettare una settimana per l'episodio successivo è snervante :)


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mascaos

Episodi visti: 2/11 --- Voto 8
Voto provvisorio con la speranza di aumentarlo ... diciamo che è un anime un pò fuori dagli schemi, la trama per ora non è molto chiara, c'è una ragazzina, o meglio in teoria è gia grandicella come eta anche se viene rappresentata come una bimba ( ... uff sti jap ! ) che è in viaggio in america e qui incontra uno strano ragazzo ... NUDO ... che la scastra di una stuazione "difficile" mettendola poi in una condizione tale per la quale lei comincerà a seguirlo ... e mi fermo qui. Dietro al tutto c'è un giappone del futuro che ha subito un attacco missilistico di ignoti, un organizzazione mooooolto potente (in cui il ragazzo è immerso fino al collo) e dei cellulari (!).
Il disegno è bello, i personaggi son forti ... il ragazzo è spassoso. La musica mi piace e speriamo che il ritmo aumenti ... odio gli anime PIATTI !.

Valy87

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Valy87

Episodi visti: 2/11 --- Voto 9
A soli due episodi mi ha già catturato. Bellissima la sigla iniziale accompagnata dalla canzone degli Oasis "Falling Down" e la trama, molto realistica. La trovo originale e con un pizzico di mistero ad abbellire il tutto. Il character design non è particolarmente curato a mio avviso, trovo sia l'unica pecca di questo anime. Per il resto, sono curiosissima di vedere come va avanti. Lo trovo uno tra gli anime più interessanti dei nuovi usciti di aprile 2009. Consigliato.