La musica e gli anime! Lo abbiamo sempre detto, no? Ciò che rende davvero speciale una serie anime rispetto al manga, oltre ovviamente al realismo delle animazioni, è la parte sonora.
Capace di creare da sola a volte un'atmosfera e impreziosire la storia raccontata, la musica è un elemento a mio avviso essenziale non solo di un prodotto televisivo ma anche della nostra vita. I gusti personali però, mai come in questo caso, la fanno da padrone, essendo molteplici le sonorità e i generi che vanno incontro ai più disparati gusti dello spettatore.
Ecco quindi che per riempire di musica questa calda estate abbiamo deciso, noi dello staff, di condividere con voi i nostri brani preferiti: da opening/ending a insert song a parti musicali della BGM.

ATTENZIONE: Nessuna velleità di dire che sono il meglio del meglio, assolutamente! Solo un modo di sentire o risentire musica che fa parte dei nostri ricordi e condividere con voi la nostra passione che è anche la vostra.

Rouge no Dengon - Kiki - Consegne a domicilio
 

Il brano, composto da Joe Hisaishi e cantato da Yumi Arai (poi Matsutoya), è eseguito mentre la protagonista del film Ghibli vola verso un’esperienza di maturazione e guadagnata indipendenza. Adeguatamente al contesto, la canzone, con accenni di romanticismo, affronta brevemente la tematica del viaggio, dell’abbandonarsi alle spalle il passato per un futuro ignoto ma illuminato da radiosi raggi di infinite possibilità. A conquistarmi, tuttavia, è stato indubbiamente il sound anni Cinquanta, che unisce la voce della cantante giapponese a sonorità di stampo più occidentale, senza rinunciare però ad una propria identità, creando un adorabile mix dal ritmo veloce e i toni allegri, che alleggeriscono il cuore e la mente.
 
The Ballad of Puppets: Flowers Grieve and Fall - Ghost in the Shell 2: Innocence
 

Non sono generalmente un fan della musica folkloristica, a prescindere dalla nazionalità presa in esame, ma “The Ballad of Puppets: Flowers Grieve and Fall”, l’intro composta da Kenji Kawai per il secondo lungometraggio di “Ghost in the Shell” diretto da Oshii, è un brano potente e maestoso. Inizialmente eseguito dal solo coro tradizionale, talmente musicale da non richiedere un accompagnamento strumentale, il brano arriva a mettere letteralmente i brividi in seguito all’inserimento dei taiko, dapprima isolati, poi sempre più intensi e feroci. Il testo è un poema cupo e tragico su un mondo che si sta lentamente spegnendo ed è ormai arrivato al termine dei propri giorni, sottofondo ideale per una storia ambientata su un pianeta in cui la vita organica cede sempre più il posto alla tecnologia e ai circuiti (tema proposto anche visivamente). Un capolavoro musicale per un capolavoro cinematografico
  

Yoko Kanno non si smentisce mai e, anche per le serie televisive “Stand Alone Complex”, riesce a comporre con maestria brani dall’animo sempre diverso e di alto livello, appartenenti a generi anche molto differenti l’uno dall’altro e cantati in svariate lingue. Tra tutti, a rimanermi impresso è stato “Torukia”, scritto e cantato da Gabriela Robin. Perché questo e non le pur sempre ottime opening e ending? Probabilmente perché ho un debole per i leitmotiv che segnalano l’inizio di scene cariche di tensione. E “Torukia” è quel pezzo techno che normalmente indica che gli agenti della Sezione 9 sono pronti a entrare in azione, contribuendo non poco ad entusiasmare lo spettatore, riempiendolo di aspettativa. La voce principale, affiancata costantemente dal coro, avanza alternando momenti più tranquilli, ma mai statici, ai ritornelli, possenti ed emozionanti, in un continuo crescendo, in cui strumenti tradizionali raggiungono le sonorità sintetiche, dando vita ad una melodia sorprendente armoniosa e affascinante.
 
Lilium - Elfen Lied
 

La sigla di apertura dell’anime “Elfen Lied”, composta da Kayo Konishi e Yukio Kondo ed eseguita in latino dalla cantante d’opera lirica Kumiko Noma, è un brano struggente e malinconico che si ispira ai canti religiosi, nonostante il ricorso ad un accompagnamento strumentale non propriamente solenne. L’impressione è comunque rafforzata dal poderoso coro maschile che subentra alla Noma in un secondo momento. Si tratta di un’opening che, in qualunque sua versione, non manca mai di commuovermi, lasciando al suo passaggio un freddo tocco di tristezza nel cuore. Indubbiamente l’elemento più memorabile della serie, ancor più di giovani fanciulle in tenuta adamitica che imbrattano le pareti di sangue e che si lasciano alle spalle strade lastricate di corpi smembrati.
 
Aoi Tamago - Pale Cocoon
 

Il brano finale di “Pale Cocoon”, realizzato da Yasuhiro Yoshiura, è la prima evidente manifestazione emotiva in un altrimenti sommesso cortometraggio e, in quanto tale, non può non suscitare un insieme confuso e volatile di differenti sensazioni in chi lo ascolti: la sua dolce melodia avvolge l’animo dello spettatore, rasserenandolo e confortandolo, lo rattrista con il suo velo di nostalgia, lo rincuora con una leggera vena di ottimismo per il futuro. Little Moa è impeccabile nell’esecuzione, mentre il semplice accompagnamento musicale riesce allo stesso tempo ad essere pacato e a tratti esplosivo. Un eccellente OVA non poteva che avere un eccellente pezzo emblematico.
 
Ashitaka Sekki - Principessa Mononoke
 

Il brano finale di questo lungometraggio Ghibli diretto da Hayao Miyazaki raccoglie in sé e rimescola tutti i sentimenti e i messaggi espressi nel corso dello stesso: c’è la magniloquente epicità di una storia immortale, l’oscurità dei temi affrontati e dei violenti contenuti, l’ottimismo per un domani pacifico e florido, il raccoglimento delle emozioni più intime e personali. “Ashitaka Sekki” (“The Legend of Ashitaka”) è un capolavoro orchestrale composto ancora una volta con mirabile maestria da Joe Hisaishi, che afferra in pieno lo spessore e la grandezza del film, che viene così concluso con una nota più che degna. Sono davvero pochi gli aggettivi che potrei usare per rendergli giustizia. “Magnifico” è uno di questi.
 
Kage no Denshouka, Dai Sanbu – Shinsekai Yori
 

“Shinsekai Yori” è una delle mie serie preferite, una delle poche capaci di tenermi incollato allo schermo col fiato sospeso per la durata di ogni singolo episodio, sempre perfettamente in grado di coinvolgere e sconvolgere. Quand’è che ho capito di essermi innamorato di questo anime? Quando, nelle primissime puntate, ho potuto ascoltare “Kage no Denshouka” (“Legend of the Shadow”), un brano composto da Shigeo Komori e poi riproposto in differenti versioni, con nuovi testi e musiche, ma lo stesso fascino quasi indescrivibile. Il pezzo, eseguito da un coro e da un accompagnamento strumentale ineccepibile, è inquietante, cupo, solenne e rappresenta alla perfezione i contenuti e le atmosfere di questo capolavoro d’animazione. Questa è la “Dai Sanbu”, la terza versione, che mi piace leggermente più delle altre.
 
Flying Humanoid - Seikimatsu Occult Gakuin
 

Ho odiato “Occult Academy”. Buchi di trama, la presenza di alcuni personaggi insopportabili e svariate imprecisioni tecniche hanno reso la visione di questo anime un’esperienza particolarmente sgradevole per il sottoscritto. Eppure, a distanza di anni, gli echi dell’opening “Flying Humanoid”, scritta da Matsukuma Kenta ed eseguita da Shoko Nakagawa, non sembrano voler uscire dalla mia testa. Il brano, all’apparenza una banale canzone rock-pop, è invece un tripudio di tensione elettrica ed è dotato di un ritornello così energico da spingere l’ascoltatore a correre a tutta velocità e urlare al mondo che un solo corpo umano non è sufficiente per contenere tanta vita. E’ certamente l’elemento migliore di tutta la serie.