Is a dream a lie if it don’t come true?

Bruce Springsteen, "The river", 1980


Joe Gardner, pianista e insegnante di musica, sogna di sfondare nel mondo del professionismo, ma, quando finalmente è a un passo dal poter cogliere l'occasione della sua vita... per una serie di incidenti si ritrova a finire nell' "anticamera" del mondo spirituale, dove si trovano le anime in procinto di "nascere". Qui Joe finisce per diventare il mentore di "22", un'anima ribelle che non ne vuole proprio sapere di venire al mondo, perché non riesce a capire cosa ci sia di bello nella vita, e toccherà al nostro insegnarglielo.
 

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Per cominciare a parlare di Soul, ultima fatica Pixar da poco disponibile su Disney+, prenderò un attimo in prestito le parole di mio padre, che lo ha visto con me e che ha smesso di vedere i film animati alla fine degli anni novanta, quando ha finito di accompagnarmi a vederli al cinema, perciò è ignaro delle trasformazioni che questo medium ha attraversato negli ultimi vent'anni: "Beh, certo che come film di Natale è un po' cattivello...".

E' un film difficile, Soul, perfettamente "Pixar" in ogni suo aspetto: il raccontare "sottomondi" con società alternative (stavolta il mondo spirituale) perfettamente organizzate, finemente descritte ed estremamente simili alla nostra, e il raccontare storie che perciò risultano molto concrete, prive di quell'epica e quell'atmosfera magica e fiabesca tipiche delle produzioni Disney che sono entrate a far parte del nostro immaginario collettivo. Sarà anche, per una convergenza di fattori che ben sappiamo, uscito su Disney+ il giorno di Natale, ma Soul non è il tradizionale "film di Natale Disney", è anzi quanto di più diverso esista da quel modello di lungometraggio.
 


I film animati con cui siamo cresciuti (e anche buona parte degli anime che abbiamo amato) ci hanno sempre insegnato una morale importante: credi nei tuoi sogni, impegnati e si realizzeranno. "Tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente, e il sogno realtà diverrà" cantava Cenerentola nel celeberrimo lungometraggio Disney del 1950. Esattamente settant'anni dopo, Soul ci dice tutto il contrario, rovesciando il messaggio di decenni di film che hanno cresciuto intere generazioni e parlandoci di sogni che non si avverano, di sogni che diventano ossessioni, di sogni che si avverano ma non valgono le attese e le speranze di una vita intera, del senso della vita, dell'importanza dei legami e delle piccole cose. Ci dice Soul che forse rincorrere un sogno al punto da "dimenticare il presente" non è una cosa così bella.
 


Si tratta di un film molto controverso, estremamente profondo e più improntato sulla riflessione che sull'azione, difatti tre quarti della storia sono ambientati in una New York estremamente realistica e, aldilà di una parte centrale più improntata su gag, scambio di corpi e di battute tra Joe e "22" e perciò di facile fruizione per i bambini, non è esattamente un film leggero o divertente, men che meno sognante. Se il precedente Onward era il non plus ultra del racconto di formazione adolescenziale, Soul è, al contrario, un film molto più sbilanciato verso una fruizione da parte degli adulti. Del resto, i bambini e gli adolescenti (qui rappresentati da "22", che porta con sé anche il classico messaggio del sentirsi inadeguati tipico dei giovani) sognano e si impegnano per realizzare i sogni, gli adulti guardano indietro ai loro sogni e ci riflettono su, come fa Joe e come finisce per fare il pubblico, che riceve dalla visione di Soul spunti di riflessione di una certa profondità e mazzate non indifferenti a livello emotivo.
 


Come di consueto dalla Pixar si nota anche una certa ricercatezza ed eleganza a livello stilistico, con un realismo totale dell'ambientazione terrena che fa da contraltare ad un mondo ultraterreno colorato, fantasioso ma ricercato nel suo citare esteticamente altri artisti (solo io ci ho visto molto della Linea di Cavandoli? Sarà intenzionale?). Anche la parte musicale, come sempre succede nei film della Pixar, è sobria ed elegante, adattissima allo scopo visto anche il tema della storia, ma difficilmente si farà ricordare sulla lunga distanza. Splendido il doppiaggio originale, con Joe affidato a Jamie Foxx (che alla sua precedente interpretazione di un musicista, nel 2004, ha vinto addirittura l'Oscar, quindi un po' se ne intende) e "22" alla scoppiettante interpretazione dell'attrice comica Tina Fey. In italiano, Neri Marcoré e Paola Cortellesi fanno un ottimo lavoro, e i vari talent ("influencer" vari a me sinceramente sconosciuti) chiamati in sala di doppiaggio sono personaggi talmente marginali che ci si scorda della loro esistenza.
 

E' molto difficile parlare di Soul, perché è un film molto complesso, adulto e particolare, che non lascia indifferenti ma il tipo di emozioni che suscita allo spettatore varia anche molto in base alla propria età e alle esperienze personali. Per un bambino potrebbe risultare pesante e poco interessante, magari si entusiasmerà col colorato mondo spirituale e si divertirà con qualche gag carina qua e là, ma difficilmente riuscirà a comprenderne il messaggio. Questo, invece, risulterà comprensibilissimo, forte, chiaro, amaro e dolce allo stesso tempo, per uno spettatore adulto, che potrebbe ritrovarsi a guardare indietro, riflettere sui propri sogni e sulla direzione che sta prendendo la propria vita, una direzione che magari potrebbe non essere quella desiderata ma non per questo, avremo modo di riflettere, avrà meno senso vivere. E questo, in un anno come il 2020, dove i sogni di tante persone si sono infranti contro una pandemia che ha rovinato tutto, è un messaggio decisamente attuale ed importante.
Soul è una grandissima, splendida, prova d'autore per la Pixar e un grandissimo traguardo per l'animazione cinematografica, che si distacca completamente dal (sia pure sempre apprezzato e fortunatamente non scomparso) fiabesco modello Disney e mostra ancora una volta come la forza di un bel film stia nell'avere una solida storia da raccontare, invece che adagiarsi su animaletti, gag e messaggi belli e importanti ma che spesso risultano scontati e si perdono nel mucchio se non li sai raccontare col giusto coinvolgimento. Molto difficile parlare di Soul, molto difficile valutarlo, ma non si può negare che sia unico, uno dei film d'animazione più interessanti degli ultimi anni. Sicuramente va visto, poi ognuno trarrà le proprie conclusioni, perché il modo di affrontare la vita e i propri sogni non è uguale per tutti.