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Originalità e lentezza. E' questa la vera vena creativa con cui si presenta la serie di Eden of the East; proponendo sin dall'inizio situazioni poco comprensibili in un atmosfera mista Shoujo / Hard Boiled. Il senso della storia è chiaro, i personaggi ci rivelano lentamente ciò che serve per comprendere le ragioni delle loro azioni, e ciò può anche bastare, non serve nulla di più per avere una chiave di lettura di Eden of the East. Con il proseguire degli episodi il telespettatore ha sempre più la convinzione di essere all'interno delle vicende. Per gustarsi questa serie, prima di ogni altra cosa, è necessario abbandonare ogni fretta di conoscere tutto e subito. Lentamente i Fatti saranno svelati ed il filo narrativo si arricchirà. Il Telespettatore dovrà infatti seguire Akira nelle sue peripezie per riacquistare i frammenti della propria memoria perduta; seguendo tale storia - che diviene il vero fulcro di Eden of the East -, si otterrà la comprensione di ciò che sta avvenendo attorno ai personaggi. Punto a sfavore della serie rimane, come una lama a doppio taglio, la stessa lentezza nello svolgimento. 11 episodi non sono abbastanza per avere una descrizione profonda degli stati emotivi e delle vicissitudini personali dei personaggi. Inoltre, essendo prettamente la storia della ricerca di ricordi perduti, può alle volte venire a galla un certo senso di Deja-vu; che può scontentare qualcuno. Punto dolente della serie è probabilmente la fine. Una fine similare a Soul Eater, e che lascia varie perplessità. Una fine veramente scialba ( se lasciata così come è ). Senza ombra di dubbi, Eden of the East è una serie da vedere, e da gustarsi con la dovuta calma. Soprattutto è da riporre speranze nel Film di prossima uscita.