Come state, tutti bene? Preparatevi allora all'ottavo appuntamento dello Yaruki 2019 - Italian Japstyle Comics Award, il contest di AnimeClick per le opere italiane con forti influenze manga. Nel corso dei prossimi due mesi vi presenteremo 15 opere PRO mentre, dopo l'estate, sarà il turno delle opere indie. Ricordate di contattare [email protected] per ogni informazione sul contest e per candidare le vostre opere indie!

Oggi vi sorprenderemo con Banana? Banana! di Bon, Chiaretta & Ilaria, edito da Kasaobake.
 
yaruki 2019
 
Chi sono Chiaretta e Bon? Chiaretta è una disegnatrice umana, mentre Bon è uno sceneggiatore criceto. Chiaretta è laureata in Disegno Industriale, con specializzazione in Eventi Culturali. Ha iniziato a disegnare fumetti alle superiori e non ha più smesso. Bon è un criceto di mondo, da sempre scrive storie e non riesce a smettere. Ha trovato in Chiaretta un'alleata e un'amica e soprattutto una complice che condivide i suoi ideali narrativi. Chiaretta e Bon assieme desiderano raccontare storie che rappresentino un viaggio, tante storie diverse, un viaggio unico.

Assieme hanno lavorato a Banana? Banana! che sta avendo molto successo, L'inglese che incontrò gli dei (al bar), Apocalypse Rebel, La rubrica dell'Occulto. Chiaretta ha anche lavorato con Mircalla Conte su De Gustibus per Mangasenpai, illustrato libri e graphic novel. E sogna di scrivere, un giorno, libri per ragazzi e bambini. Intanto, insegna illustrazione e fumetto qui e lì, nel nord Italia.

Ilaria Chiocca aka Plotto, è un’autrice/illustratrice genovese. 
Nel 2015 ha pubblicato una sua illustrazione nel terzo numero della rivista Nuname. In seguito, ha creato le copertine per vari libri fantasy come la trilogia di Intrighi celesti (Fallen in love, Peace e War) e Mir’Antis – Insidiae
Nel 2016 ha fondato, insieme a Chiaretta e Bon, il gruppo BonTon: trips grazie al quale ha pubblicato i primi due volumi del fumetto Banana? Banana! con la casa editrice Kasaobake.
Attualmente sta lavorando per Fried Comics, una realtà indipendente americana.

Oh, banane. Sicuramente è facile sapere e capire dove potremmo mai andare a parare, no? Le battutine, le prese in giro, tutto un macrocosmo di varianti che si posano sotto una sola parola. Pensate che un concept simile possa portarci ad un'opera mediocre? Oppure pensate che, visto il significato realmente palese di queste banane, allora ci ritroviamo di fronte ad una yaoiata che punta a solo ad un ben determinato pubblico? Rimanete invece con noi per scoprire una delle opere più interessanti e sorprendenti del manga italiano.

Cosa porta un fruttivendolo a vendere solo banane? Di certo, malgrado il nome, Felice non è affatto contento di questa situazione, e il giovane negoziante ce la mette tutta per non andare in fallimento. Del resto, vendendo solo banane, è difficile che un fruttivendolo possa fare grandi affari. Ancora peggio se suddetto fruttivendolo è un povero ingenuo, il quale non riesce ad approcciarsi ai clienti senza che questi siano spinti a chiamare la polizia. Per fortuna c’è Filippo, uno studente di medicina che, per qualche motivo, decide di prendere a cuore il problema di Felice, aiutandolo nel suo negozio. La situazione diventa man mano sempre più surreale quando Filippo si rende conto che, a pochi passi dalla laurea, preferisce la compagnia di Felice allo studio. E se non fosse solo una questione di potassio, ma fosse proprio amore?

Una Banana al giorno... era così? Ok, meglio iniziare seriamente perché sennò vi perderò e sarebbe un grandissimo peccato. Banana? Banana! è un autentico ciclone, un divertentissimo shonen-ai che non può lasciare scampo al lettore. Non credo ci sia bisogno di mentire e parlare come se io fossi questo immenso fan o lettore accanito di generi simili, e quando Chiaretta anni fa mi parlò di questa sua nuova opera pensai che un fumetto con questo titolo non potesse essere nelle mie corde (ma una cosa sono i gusti personali ed un'altra il giudizio obiettivo, che sia chiaro), ma non solo mi devo ricredere, devo fare anche i complimenti vivissimi a delle autrici che hanno dato vita ad un'opera impeccabile.

Sì, si parla di una dolce storia tra due bellissimi ragazzi, ma non vi è assolutamente nulla di morboso, c'è tanta dolcezza e tantissima ironia. L'omosessualità è chiaramente un elemento che non viene nascosto (com'è giusto che sia) e fluisce con delicatezza all'interno della storia, non viene mai vista come un peso da nessuno e si ha l'impressione di vivere in una società dove non ci sia nulla di male neanche per un secondo, una bella boccata d'aria. La storia ambientata, comunque, in questa realtà decisamente mafiosa, piena di personaggi secondari con dei lavori mai meglio specificati ma ben chiari a tutti (men che a Felice...) dà quel pizzico di ironia in più che non mi sarei aspettato di trovare in questa misura. La storia viene trainata dai nostri due mattator,i ma si ha una forte impressione di trovarci dentro un mondo vivo e che scalpita e che ci porta a voler essere trascinati dalle loro assurdità.

Tutto sommato, andare pazzi per la banana di Felice non è così assurdo.
 
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Intervista agli autori:

Rieccoci dopo tanti anni insieme: pronti?

Ilaria: Prontissima! Con un sacco pieno di potassio per tutti, che fa bene.

Bon: Sono nato pronto. Noi criceti siamo così. Squit.

Chiara: … Siamo pronti.



Com'è nata la vostra opera e quanto durerà?

Ilaria: Tutto è nato da una sfida contro noi stesse. Volevamo uscire dalla nostra comfort zone e creare, quindi, qualcosa di diverso che, contemporaneamente, facesse riflettere.
In quel periodo si parlava spesso dei diritti delle coppie omosessuali, ed essendo un tema a noi caro, abbiamo deciso di usarlo come base per intrattenere, ma soprattutto fare informazione. Quindi ridendo e scherzando, abbiamo buttato giù la prima bozza di Banana? Banana!, con un Felice che faceva figuracce e indossava sandali con i calzini e un Filippo palestrato, un po’ tamarro, che voleva salvare Felice dal suo dubbio gusto nel fare le scelte di ogni tipo. L’arduo è arrivato quando abbiamo dovuto convincere Bon!

Bon: Ma infatti, io non ve lo sceneggiavo mica quello lì.

Chiaretta: Però poi, scherzando, è venuta fuori una storia importante, divertente, ma con un sottotesto profondo, attuale. Così ad oggi Banana? Banana! è ben lontano dall’essere un prodotto commerciale.

Bon: Il titolo è commerciale.

Chiaretta: Vero. Ci piace per questo. Ah. Per la durata faccio rispondere lo sceneggiatore.

Bon: Non è nato per essere un titolo lungo. Squit. Seppure i lettori ci abbiano chiesto a più riprese di continuare e il materiale non manchi affatto, non pensiamo di dilungarci troppo.



Qual è il vero punto di forza di BB?

Bon: Le banane.

Chiaretta: Non gli posso dare torto, questa volta.

Ilaria: È una storia dai toni vivaci e scherzosi che la rendono leggera, ma al tempo stesso non scontata. Tratta di temi importanti e a volte pesanti, che accadono nella vita di tutti i giorni, raccontati però semplicemente senza appesantire il lettore. Insieme a questo, un ottimo punto di forza è l’amore descritto nella nostra storia. Quell'amore dove non si dà nulla per scontato e che si basa sul dialogo e il comprendere e sostenere l’altro. Non solo nella coppia, ma anche nelle amicizie.

Chiaretta: Molto vero.

Ilaria: Poi vogliamo parlare dell’”innocenza” promiscua di Felice???

Chiaretta: Vogliamo?

Bon: No. Uno che tocca banane tutto il giorno non ha nulla di innocente.

Chiaretta: … Come diceva Ilaria, la storia ha diversi livelli di lettura, il primo è quello comico, rappresentato della presenza esuberante della banana, che è certamente la fortuna dell’opera. 

Bon: Senza doppi sensi, eh, lei parla davvero delle banane gialle. Tutti la credono spiritosa, su questa storia della banana. Ma lei è seria. Squit.

Chiaretta: … Bon, tieni, mangia questi semi di girasole. Dicevo. Dalle recensioni e dai commenti che abbiamo ricevuto, è stato evidente che i lettori sono stati molto attenti e non si sono affatto fermati alla superficie. Hanno capito molto in fretta quali fossero le ragioni che ci hanno spinto su questo genere. Come si diceva, le vere tematiche trattate da Banana? Banana! sono, in qualche modo, molto distanti dai canoni dello shonen-ai più classico. Il fatto che Filippo si innamori di un uomo, non è evidenziato in alcun modo nell'atteggiamento dei protagonisti, dei secondari o dell’ambiente che li circonda. Lo stupore si lega invece alla forza dei sentimenti, la meraviglia è per come, di improvviso, Filippo percepisca complementare una persona fino a poco prima sconosciuta.
Penso sia il più prezioso pregio di Banana? Banana!. Più di un lettore è venuto da noi in fiera a dircelo. Nella storia non è mai sottolineato in alcun modo questo, ma i lettori lo intuiscono, lo comprendono. E ne sono felici. Ci sono altri temi importanti che abbiamo inserito, ma senza calcare la mano, anche se avremmo voluto approfondirli. Però Banana? Banana! è un titolo comico e vivace e non vogliamo negare ai lettori la leggerezza della lettura. Diciamo che ci siamo tenuti su piccole imbeccate, a volte anche solo visive, che molti lettori hanno colto, in fiera ne abbiamo parlato. Questo mi ha riempito di gioia. Davvero.



Quali sono le vostre ispirazioni artistiche e più nello specifico per il fumetto?

Chiaretta: Molteplici. CLAMP, Kaori Yuki, soprattutto quando ero una ragazzina. Ma anche pittori e scultori, come Turner e Canova. Recentemente ci sono molte graphic novel a cui guardo con stupore. EkhÖ, Golem, Lumina… solo per citarne alcune.

Bon: Non ci fermiamo ai fumetti, ovviamente. Telefilm e film di ogni tipo. Un sacco di libri. E qualche manuale.

Chiaretta: La grammatica della fantasia di Gianni Rodari, o Disegnare con la parte destra del cervello. O Semina come un artista di Austin Kleon o Art Matters di Gaiman. Solo per citarne alcuni.



Cosa ha spinto Bon a creare uno shonen-ai?

Bon: Vedi, amico mio, le ragioni sono state molte. Anzitutto, condivido quello che Chiaretta e Ilaria hanno detto sull’amore. E questa è una ragione. Poi volevo scrivere fuori dai miei canoni: una storia divertente, qualcosa di cui potessi andar fiero e dire “Ho fatto questo. Ed è importante.” Per me Banana? Banana! è importante. È stata una magnifica sfida, sai, ho quasi finito di sceneggiare anche il volume 3. E soprattutto ho già scritto il capitolo finale e, sì, ne sono piuttosto fiero.


Mettiamo in chiaro che il vostro fumetto è tanto divertente e quindi anche i ragazzi possono leggerlo (moltissimi come me sicuramente hanno dubbi sul genere).

Bon: Ero un criceto maschio eterosessuale quando ho iniziato a scrivere. Sono ancora un criceto maschio eterosessuale e di sanissimi appetiti, se capisci cosa intendo, squit squit, ehh?

Chiaretta: … La storia non contiene nulla di scabroso.

Bon: Si lamentano tutti per questo. Ma voi non sapete la fatica di far disegnare a Chiaretta qualcosa più di due che si guardano.

Chiaretta: … Tieni, Bon mangia questi semi di lino.

Ilaria: È stato pensato per tutti, alla fine è una storia d’amore come tutte le altre e il romanticismo non è solo per donne. Effettivamente il genere shonen-ai giapponese è fatto solo per un pubblico femminile, quindi possiamo capire che molti ragazzi si fermino all’apparenza. Noi abbiamo usato il termine shonen-ai solo per il suo significato, cioè amore tra ragazzi descritto soltanto dal punto di vista romantico.

Chiaretta: Sì, rientra nella categoria, perché la componente romantica è quella che porta avanti la storia trainando le vicende.

Bon: Nel senso, ciomp, che si vedono solo banane come frutta e nessuno sventola pubblicamente il suo…

Chiaretta: Mangia i tuoi semini.

Ilaria: Quindi, cari ragazzi, non vi preoccupate le banane sono buone!

Chiaretta: Non avrei saputo dirlo meglio. Banana? Banana! non è un titolo che possa scandalizzare in alcun modo qualcuno. 

Bon: È sceneggiato come ciomp, un fumetto comico. Ciomp.

Chiaretta: Infatti le più belle recensioni che abbiamo ricevuto, tra quelli che ci hanno onorati di spendere il loro tempo per parlare di noi, ce le hanno fatte degli uomini.



Siete degli autori molto attenti al mondo del fumetto italiano japstyle, come considerate il suo status nel 2019 e cosa prevedete per il suo futuro?

Bon
: Ciomp ciomp.

Ilaria: Siamo molto felici di notare che il Japstyle si è diffuso e continua tuttora, molte persone ne vengono a conoscenza e si informano anche in fiera.
Speriamo che continui così e che ci sia più consapevolezza e attenzione verso questo stile.

Chiaretta: Già… C’è ancora molto da fare. Sicuramente il pubblico è attento e vivace. L’entusiasmo dei lettori è palpabile dinnanzi ad un’opera che rientra nei canoni manga, ma si ambienta nel loro paese e racconta la vita come la conoscono, in cui i personaggi parlano un dialetto locale e vengono mostrati i luoghi delle città che possono facilmente visitare. Più volte i lettori mi hanno detto che erano felici di poter vedere Genova tra le pagine o leggere i personaggi esprimersi con esclamazioni dialettali. Altri lettori mi hanno detto che hanno apprezzato che la storia d’amore non rispecchi i canoni tipici dello shonen-ai, ma vada in una direzione diversa e mostri sviluppi più vicini al nostro vissuto.



Salutate i vostri fan e non litigate troppo!

Chiaretta: Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno letto Banana? Banana! e ne hanno parlato agli amici. In fiera tantissimi nuovi lettori ci hanno detto che il volume “gli era stato caldamente consigliato”. 

Ilaria: Grazie a tutti voi fan per il supporto! Mi raccomando mangiate tante banane che sennò vi vengono i crampi!!

Bon: E anche i semi di lino e di girasole. Perfetti con la macedonia di banane!


 


Link Utili:
BonTon: Trips
La Gazzetta del Criceto
Chiaretta E Bon (YouTube)
Plotto


Concorrenti Precedenti:
GG - Life is a Videogame
La Calaca de Azùcar

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