The flavor of melon: recensione del manga Boys' Love di Etsuko sulla convivenza

Nakajo e Kiuchi sono poco meno che due estranei quando il secondo chiede al primo di andare a convivere: sembra un cliché piuttosto banale e certamente abusato a sfondo sentimentale, quello che fa prendere il via alla storia narrata da Etsuko nel manga The Flavor of Melon (Melon no aji). Nei due volumi che compongono l'opera, tuttavia, la sfrontata domanda di Kiuchi è solo l'incipit di un percorso ben più elaborato e profondo di quanto si potrebbe ritenere a prima vista, attraverso il quale il racconto si riveste di molteplici sfaccettature. 
L'evoluzione della storia appare quasi sorprendente, in verità, offrendo all'autrice la possibilità di affrontare argomenti che banali non sono.
 

Pubblicato per l'Italia da Dynit Manga dal 25 novembre 2022 e reso disponibile già in anteprima a Lucca Comics & Games 2022 con un mese di anticipo, il manga ci rivela infatti già dal suo titolo il suo essere imperniato sul concetto della convivenza e sui tanti sviluppi che ne derivano, tra i quali anche -ma non solo- l'elemento romantico e la relazione omosessuale che gradualmente ne emergono.Così come Kiuchi realizza l'artificiosità del gusto del melone all'interno di prodotti alimentari non naturali, così il lettore viene introdotto ad osservare, non senza stupore, come due persone che a malapena si conoscono riescano ad avviare una vita insieme in maniera altrettanto artefatta, ma con un gusto che piano piano ottiene una sempre maggiore intensità, una sua riconoscibilità, una propria autenticità e un'innegabile pienezza. Tanto da poter affermare, alla conclusione della lettura, di aver effettuato un vero e proprio cammino all'interno del significato e delle nuove sfumature che la vita può assumere quando si inizia a spenderla accanto a qualcuno, e per qualcuno, a prescindere dal colore dell'amore che l'avviluppa.
Pur scrivendo per la rivista di Boys' Love ihr HertZ dell'editore Taiyō Tosho, già celebre per titoli intensi quali Twittering Birds never fly di Kō Yoneda o il recente Rabbits' Forest di Enjo, dunque, la mangaka Etsuko riesce a proporre un racconto che ben può essere apprezzato anche da parte di chi non sia estimatore di questo peculiare genere, sapendo destreggiarsi abilmente tra numerose e complesse tematiche che si amalgamano con inusitata forza e tutte sapientemente tra loro.
 
Lo sfratto di Kiuchi dall'alloggio che condivideva con la ex fidanzata segna in effetti l'inizio di un progressivo cambiamento, in primo luogo psico-fisico e in seconda battuta anche sentimentale, nella routine della vita dei due ragazzi. Si tratta di due giovani ordinari, uguali a tanti altri, in bilico tra l'utopia dell'indipendenza di una vita adulta e i legacci che sono retaggio di dinamiche familiari, lavorative o di salute irrisolte.
Il quieto Nakajo dispone infatti di un appartamento di tutto rispetto, salvo lo scoprire pagina dopo pagina che quel luogo non gli appartiene come potrebbe; ed è proprio in questo luogo che egli confessa a Kiuchi la propria omosessualità, quasi come se fosse qualcosa di cui scusarsi o una sorta di pericolo di cui dover essere consci. Ciononostante, non sa rifiutare a Kiuchi il supporto pratico di cui il giovane dice di aver bisogno, anche quando si concretizza nel dividere uno stesso letto.
Il primo volume, che all'opposto del suo contenuto ritrae Kiuchi su uno sfondo verde esuberante, può benissimo dirsi incentrato proprio su Nakajo e sulla sua personalità; su come cioè il ragazzo cerchi di capire i comportamenti talora ambigui dell'estroso coinquilino dall'aria misteriosa, senza mai giudicarlo.
 

Kiuchi risponde con un carattere apparentemente frivolo e spensierato alla serietà di Nakajo, mostrandosi curioso ed educato nei confronti del nuovo ambiente in cui si inserisce forzatamente e del di lui proprietario. Kiuchi non si scompone, e senza alcun timore né pregiudizio, ricaccia indietro sé stesso per offrire sorrisi bonari e persino carezze gentili a un corpo che probabilmente non avrebbe mai nemmeno pensato di sfiorare in vita sua.
Le maschere di Kiuchi impiegheranno d'altronde più tempo per venire a galla ed essere sollevate da parte del coinquilino, nel secondo volume che reca proprio l'effigie di Nakajo a sfondo blu in copertina: si riveleranno essere verità scomode ed emotivamente dolorose, ramificandosi tortuose tra il mondo effimero della musica e quello di una malattia infida e invisibile ai più.
Per entrambi rimane valida tuttavia un'unica verità, quella del condividere l'intimità di uno spazio abitato insieme. Precisamente in quel nuovo spazio c'è qualcosa che inizia a nascere, a crescere e ad allargarsi con accortezza, e al contempo a dismisura.
 
Quale sia il significato da affidare all'intimità, Nakajo e Kiuchi lo sperimentano su sé stessi, tra parole che volano l'un l'altro senza filtri, dialoghi pungenti e confessioni inattese, tra abitudini che si consolidano ed altre che, allentandosi, fanno percepire quanto si sia frattanto attenuata la distanza che separava i due, fino a scomparire del tutto.
La necessità di trovare un’indipendenza dalla famiglia di origine, la difficoltà di prendere casa in affitto da soli, il discutere sul voler o poter diventare o meno genitori. E poi viaggiare insieme, rifugiarsi nell'altro prima di arrendersi alle proprie debolezze, condividere pasti e lavatrici, fare un bagno insieme cedendo infine al languore... proprio come farebbe una coppia, pur senza esserlo dichiaratamente, in questo caso.
Eppure che cos'è per davvero una coppia se non l'incredibile alchimia di due individui che scelgono consapevolmente di condividere ogni parte di sé, dalla migliore alla peggiore, e dalla più pratica a quella più fisica, nell'altro e per l'altro?

Il sesso in cui si spingono Nakajo e Kiuchi è frutto del sincero desiderio di rifondere l'altro di ciò che gli è sinora mancato, e che proprio in questa sua natura così generosa si distingue per l'intensità dell'affetto che non esplicita, ma sottintende perfettamente.
I due ragazzi si scoprono nudi, nel togliersi uno alla volta gli strati di ciò che non si vogliono vedere addosso: l'incapacità di affrontare questioni con i genitori, di ritrovare uno scopo nella vita pur dovendo fare i conti con la depressione, la voglia di vivere che non c'è, la musica che dovrebbe fungere da sprone ma non riesce ad esserlo più.
In tal senso, quindi, l'intimità dei corpi diventa qualcosa cui è sempre più arduo rinunciare perché concreto rifugio e salvezza, in un'estasi che ha il sapore talora amaro della difficoltà del vivere quotidiano, ma anche quello rasserenante dell'amore che giunge finalmente con un gusto di 'giustezza', anche quando sembrava non avere nemmeno le premesse con cui poter nascere.
  

E' una sintonia che trascende addirittura l’amore, ove i due diventano indispensabili l’uno per l’altro e si completano gradualmente in ogni ambito della loro vita.
Un aspetto, questo, anticipato proprio dall'inversione tra copertina e contenuto operato nei già citati due volumi, nonché sul gioco tattile proposto nella versione italiana, tanto opaca di sfondo quanto liscia e lucida sui due personaggi: l'una appare più viziosa ed accesa, l'altra più distaccata ed elegante, ma in entrambe è vivida la malinconia che le pervade in maniera univoca, fatalmente anticipatoria dello spiazzante contenuto.
Un secondo tema portante che attraversa tutta l’opera è l’accettazione dell’altro senza preconcetti, così come quella di sé stessi. E' Kiuchi a dar voce a parole che sulle sue labbra sembrano quasi stonare ma che, di riflesso, diventano quasi una sentenza per entrambi i ragazzi, una volta pronunciate a voce alta:
 
Nel dar anima a The Flavor of melon, Etsuko narra d'altronde con pacato impeto di una sofferenza emotiva che non le è estranea.
In Kiuchi si rivede forse proprio l’animo tormentato dell’autrice, che per sua stessa ammissione scrive quest’opera in un momento assai negativo della sua vita, confessandolo nella postfazione del volume dell'ottobre 2021: "quando la malattia era in fase acuta, non riuscivo ad essere "positiva". Ma forse anche queste fasi in cui mi sentivo "negativa", in attesa di una lenta ripresa, nella vita sono necessarie."
Di storie che trattano il tema della depressione la letteratura manga giapponese non è certo avulsa, pensando solo a titolo di esempio alle vicende autobiografiche di Kabi Nagata o al giovane shogista Rei di Un marzo da Leoni di Chica Umino; Etsuko sceglie di farlo in maniera ancora diversa, quasi incidentalmente. Vi riesce attraverso una storia dal taglio marcatamente slice-of-life che assume anche l'identità di un amore omosessuale, ma non per questo l'efficacia nel veicolarne i drammatici messaggi risulta lenita. Al contrario, per il lettore appare oltremodo interessante il ritrovarsi di fronte a un racconto di quotidianità che svela lentamente pagine via via più oscure, determinandone un realismo che non si serve di banalità né di ipocrisia.
Anche a fronte di uno scavo psicologico che fende trasversalmente i due protagonisti, però, il messaggio finale è forte e positivo, estremamente lucido nell'asserire come l'unica risposta possibile sia quella di prendersi cura della vita, nella maniera più determinata possibile.
 

La storia si dipana su tavole dal layout lineare, con vignette strutturate in maniera ordinata e bordate di uno spesso tratto nero, che rispecchiano una storyline altrettanto regolare.
Il gusto del disegno è malinconico, dolce e sensuale al tempo stesso, per tramite di figure molto espressive e delicate, sia nella rappresentazione dei corpi che in quella di dettagli apparentemente insignificanti eppur d'impatto, tra dita intrecciate e ciocche di capelli morbidamente sparse sul cuscino, dimostrazioni di genuino affetto e frammenti erotici capaci di arrivare tanto al cuore quanto alla libido.
Si denota poi una preferenza per retini di tante tenui sfumature di grigio, a conferire profondità a disegni già efficaci di per sé ed enfatizzare le marcate campiture bianche e nere col relativo forte contrasto tra i due.
Nakajo è scuro, Kiuchi è chiaro, tanto nella capigliatura quanto negli abiti. Lo yin e lo yang, ancora una volta.
Gli sfondi degli esterni sono sempre sfocati e le due figure si stagliano all’interno di essi come se fossero in una bolla, calamitando tutta l’attenzione del lettore. I fondali degli ambienti interni invece, quando presenti, sono dettagliati e minuziosi, a sottolineare il confort di un ambiente che fa parte della quotidianità più intima.
 

Gli argomenti affrontati in appena due volumi sono davvero tanti, e alcune tematiche forse non vi trovano adeguato spazio, venendo lasciate in certi momenti all'analisi del lettore. La percezione è che il secondo volume acceleri via via di ritmo per rocambolare di informazioni rispetto al primo, caratterizzato da una lentezza comunque funzionale alla storia e alle premesse che mostrano due individui inizialmente sconosciuti l'un l'altro.
Nelle pagine che concludono il secondo volume, i passi della convivenza di Nakajo e Kiuchi lasciano impronte ancora più forti, a chiusura ideale di un cerchio trattato a tutto tondo; perché della convivenza si avverte la dimensione completa proprio quando viene a mancare, e la nostalgia punge, per avvisare che è tempo di compiere una nuova evoluzione in due.
Tali spunti sono accennati forse troppo brevemente, tanto che si avverte la sensazione che uno sviluppo su ulteriori capitoli avrebbe giovato alla storia, data la dimensione fortemente intimistica degli stessi.
Particolarmente degna di nota è anche la scena che funge da ideale climax dell'intero racconto, ove si può scorgere un altrettanto ideale rimando ad un'altra brillante e devastante opera del genere qual è Il Gioco del Gatto e del Topo di Setona Mizushiro, in un momento nel quale ciò che si cela oltre il calore delle lenzuola si traduce in confessioni dalla schiettezza disperata e abissi che potrebbero spalancarsi cupi.
Ciononostante, il finale di The Flavor of Melon si propone sorprendentemente etereo, soffice e delicato.
 
Come già accennato, del talento della mangaka non vi è da sorprendersi, dal momento che anche la sua altra opera More than Words, in Italia ancora inedita ma anch'essa immersa in un contesto LGBT, ha colpito al punto da indurne la scorsa estate in patria una trasposizione in telefilm dal vivo disponibile sull'Amazon Prime Video asiatico.
In The Flavor of Melon, inoltre, la ricercatrice Marta Fanasca opera con una traduzione che restituisce piena vivacità, freschezza e intensità ai tanti dialoghi, corredandoli di utili note a margine; rimane peraltro fortemente impresso il tono colloquiale e talora colorito con cui i due protagonisti si rivolgono l'un l'altro, malgrado una frequentazione reciproca piuttosto recente.
Assenti i refusi, in due volumi di ampio formato 15 x 21 cm con prima pagina a colori, proposti al prezzo di euro 12,90 cadauno oppure in coppia, riuniti in un pratico e rigido box senza sovrapprezzo a euro 25,80.
 

Testo scritto a quattro mani da zettaiLara e Arwen1990

Titolo	Prezzo	Casa editrice
The Flavor of Melon  1	€ 12.90	Dynit
The Flavor of Melon  2	€ 12.90	Dynit
The Flavor of Melon Collector's Box	€ 25.80	Dynit