Penultima opera qui allo Yaruki 2019 - Italian Japstyle Comics Award, categoria Indie.

Un applauso a Ricordami di Anita Girardi
 
Yaruki Ricordami
 
Anita nasce a Milano il 6 marzo del 1974. Sin da piccola mostra a tutti una vera e propria passione per il disegno, soprattutto quello ispirato ai cartoni animati giapponesi, arrivati in Italia proprio durante la sua infanzia. Tra Anita e quel mondo animato, ancora acerbo se vogliamo rispetto a molte altre opere che sarebbero uscite solo anni dopo, è stato amore a prima vista. Canticchiando sigle TV e disegnando vari personaggi, su qualunque tipo di supporto (carta, mobili, pareti...). Anita inizia le scuole medie e sorprende professori e compagni con le sue doti artistiche. Ma è solo nell'estate della seconda media che c'è stato il salto vero e proprio: fu proprio in quel periodo che venne trasmesso per la prima volta Holly e Benji. Innamoratasi di quei, Anita decise di iniziare a disegnare (per gioco) i suoi primi fumetti manga. Alle superiori sì iscrive in una scuola d'arte e moda di Milano, perfezionando così le sue tecniche di disegno, colore ed anatomia. E naturalmente realizza nuove storie manga con protagoniste lei stessa e le sue compagne di corso: una serie a fumetti durata (e non terminata) ben 5 anni, che Anita conserva gelosamente ancora adesso.

Dopo la maturità, Anita si iscrive alla Scuola di Fumetto di Milano, che all'epoca forzava la mano degli studenti a disegnare solo ed esclusivamente stile Bonelli o Marvel, per cui comics occidentali. Anita non smette di seguire la sua passione e non tradisce la sua mano manga: per la scuola disegna Bonelli e per sé stessa continua a disegnare manga. Sempre durante la Scuola del Fumetto nasce la coppia artistica Axia 94 con un suo compagno di corso, che diventerà anni dopo suo marito. Nel 1995 Anita realizza il suo primo vero manga, in cui convergono la sua passione, il suo tratto e soprattutto gli studi fatti nel corso di Fumetto, Autodifesa, opera con la quale partecipa ad un primo concorso manga del quale però nessuno ha saputo più nulla. L'anno seguente Anita si diploma come migliore allieva del suo corso di fumetto e riesce ad andare a lavorare presso una ditta di Milano come grafica ed illustratrice.

Per oltre 11 anni quindi Anita smette di disegnare, sino a maggio del 2016, quando una sua amica le chiederà di realizzare un biglietto d'invito per un matrimonio, rigorosamente stile manga. In un anno esatto, Anita riprende in mano Autodifesa (finito in un cassetto) e lo riedita in digitale per tutti i testi, ne realizza le copertine e alcune art gallery dei personaggi e lo rinomina "Lezione di autodifesa" partecipando e candidandosi all'edizione di Yaruki 2017. Realizza inoltre un centinaio circa di nuove illustrazioni manga, cercando di recuperare la mano persa a causa della lunga inattività, con crescente entusiasmo e ottimi risultati. Realizza copertine per CD e poster su commissioni di amici, in attesa di una nuova ispirazione, un nuovo progetto.

A luglio 2018 Anita è costretta a lasciare il suo lavoro d'impiegata a causa di problemi di salute. Per cui, entrata anche lei nella cerchia dei "disoccupati", oltre a riprendere in mano la sua salute, fisica e mentale, ha potuto cimentarsi nel ruolo più bello e difficile al tempo stesso, mamma a tempo pieno di una ragazzina di 14 anni (oggi 15) alle prese con la prima liceo (ovviamente indirizzo artistico...). Da lì il bisogno di occupare il proprio tempo in modo costruttivo, dedicandosi nuovamente al disegno manga. A settembre realizza su richiesta di un amico la copertina per un suo romanzo, "Pioggia", pubblicato di lì a poco. Nasce il progetto "A piccoli passi" che dovrà essere (il futuro è d'obbligo, in quanto tutt'ora in fase di realizzazione) una raccolta di storie in stile manga, più o meno brevi , cui appunto fa parte la sua ultima opera "Ricordami".
 
"Ricordami" è una storia che affronta tematiche, o meglio, problematiche divenute quasi all'ordine del giorno nella nostra realtà... bullismo, abbandono, autolesionismo, suicidio visto come unica via... E' la storia di Janosh, un ragazzo quasi maggiorenne trasferitosi da poco in nuova scuola e Aurora, una sua compagna di classe. Lui il tipico bullo (ma sarà vero?) che tutti temono a causa delle voci che circolano su di lui, per il suo aspetto un po' cupo e per la cicatrice sul volto, che non cerca la compagnia di nessuno e che senza alcuna spiegazione scompare, fomentando la sua nomea di "cattivo ragazzo" e venendo così ribattezzato "Ghost Boy". Lei una ragazza pragmatica, del tipo "non credo se non vedo", poco romantica (sul serio?), capoclasse, insomma a tutti gli effetti una "brava ragazza" che però non si ferma alle apparenze e che anzi, vuole andare a fondo in ogni cosa, attenta ai particolari e per nulla impressionabile.  Due caratteri insomma completamente opposti e si sa, gli opposti si attraggono, perchè se da soli si è imperfetti, una volta insieme tutto potrebbe andare al posto giusto... ma se il retaggio del nostro passato non ci consentisse più di andare avanti? Se ci avesse tolto la voglia di vivere? E se la persona che avrebbe potuto salvarci la incontriamo quando forse è troppo tardi?   

Quando sei a contatto con questo mondo da molti anni come il sottoscritto, e i miei collaboratori, più o meno conosci ogni autore, che sia di nome, di like, ci sono ogni tot le nuove, leve certo, ma vedere comparire un'autrice come Anita, che di certo non potremmo definirla realmente una nuova leva, è stata una sorpresa immensa. Era il 2015, nella nostra prima classifica provvisoria il suo Lezione di Autodifesa arrivò addirittura 3° (per poi abbassarsi di poco nella classifica finale), e tutti ci chiedemmo: ma chi è questa? Anita rappresenta perfettamente il motivo per il quale esistono queste nostre iniziative, la sua storia personale del resto parla chiaro, ci troviamo di fronte ad una donna che ha sempre avuto dentro di sé l'amore per quest'arte e che ha incontrato tantissimi ostacoli che però non l'hanno mai fatta smettere di sognare. Lo Yaruki è stata una fantastica occasione per mettersi in mostra e magari riaccendere un po' quel fuoco. Prima di osservare e giudicare l'opera di oggi, in via del tutto eccezionale, vi consiglio caldamente di CLICCARE QUA e guardare il suo vecchio fumetto nell'articolo del 2017, perché rimane una delle più grandi gioie in queste 3 edizioni.

Due anni dopo quindi eccoci nuovamente insieme, questa volta con Ricordami. L'opera presentata quest'anno presenta lo stesso stile grafico nostalgico del fumetto precedente, una storia che però si discosta totalmente per qualsiasi altro aspetto con Lezione di Autodifesa, un fumetto ben più serio, profondo, e che potete leggere nella sua interezza in galleria. Ricordami può esser capace di farvi fare un percorso nel passato, non magari (forse?) riferendoci alla vostra vita privata ma tra le pagine di un racconto che avrete sfiorato, amato o anche solo sentito parlare. Noto un'autrice che ha... tanta voglia di dire, che ha superato (e può essere solo positivo) quell'imbarazzo iniziale, e che ha una voglia sempre più crescente di essere se stessa, partendo probabilmente da quell'arte che si sta risvegliando dentro di lei, riprendendo quel posto che l'è sempre spettato. Ricordami, Anita? Di certo non sarà possibile scordarti.
 

yaruki 2019



Intervista all'autrice:

Anitaaaa! Finalmemte è il tuo turno! Sei, per forza, pronta!

Ehm... Ciao Alex, che dire... sì dai, sono pronta!

Due anni fa sorprendesti tutti con "Lezione di Autodifesa", come vivesti quell'esperienza? Spero sia stata anche una piccola rivalsa...

Guarda Alex, l'emozione provata due anni fa con l'invio a Yaruki 2017 di "Lezione di Autodifesa" quasi per caso e la sua candidatura, sino ad arrivare alla selezione finale (anche se non vinsi nulla alla fine), beh, è stata grande, tanto quanto quella che sto provando anche ora. Per me era ed è quasi impensabile venire riconosciuta a tutti gli effetti come un'autrice reale, messa se vogliamo sullo stesso piano di colleghe/colleghi che effettivamente sono riusciti a sfondare nel mercato del fumetto, sia come indipendenti sia tramite case editrici già affermate... è davvero un'emozione impagabile.  Eh sì, direi che è stata anche una vera piccola rivalsa nei confronti di tutti colori che per anni e negli anni hanno denigrato i manga in generale e quindi anche il mio stile di disegno.

Quanto hai disegnato in questi due anni?

Diciamo pure che ho disegnato parecchio e ha giocato molto il fatto di essere rimasta a casa dal lavoro lo scorso settembre. Dopo Yaruki 2017 e dopo una bella bocciatura in piena regola da una casa editrice cui avevo proposto una nuova storia , mi sono presa un periodo di pausa: mi sono resa conto di essermi montata un po' la testa e di non essere stata obiettiva nel valutare i miei nuovi lavori, che erano sì carini, ma assolutamente non erano pubblicabili. Insomma, oltre 15 anni di fermo si dovevano pur sentire, no? dopo circa 2-3 mesi di pausa quindi ho ripreso a disegnare partendo però dalle basi, mi sono rimessa a studiare: visi, mani, proporzioni, espressioni, pose...una volta riacquisita nuova fiducia nelle mie capacità, ho dato il via alla realizzazione di una discreta quantità di tavole, tutte storie autoconclusive  in stile shojo manga, alcune anche di 1 tavola sola, altre invece più articolate. Ad oggi sono 11 storie tutte terminate, tra cui appunto "Ricordami", l'ultima che ho realizzato, e che compongono (anche se è più corretto dire comporranno) la mia prima raccolta dal titolo "A piccoli passi", un titolo questo che davvero mi rispecchia molto, dal punto di vista sia umano che artistico.

Come è nato "Ricordami"? Raccontaci tutto.

"Ricordami" è nato dall'associazione di un titolo di una canzone che mi è sempre piaciuta molto con una breve traccia che avevo trovato su instagram un paio di anni fa. L'idea di base mi aveva colpita subito, io l'ho ampliata, articolandola con altre situazioni e dando maggiore spessore ai personaggi. Inoltre è nato dal mio bisogno di cimentarmi in una storia completamete differente da quelle che erano sempre state il mio standard, cioè le classiche "e vissero tutti felici e contenti". Volevo sfidare me stessa e raccontare un po' di me, un po' delle ansie, delle paure insite in questa realtà che ci circonda e in cui viviamo. In quel periodo in particolare poi, stavo attraversando dei momenti molto difficili, sia a livello emotivo, familiare  e di salute, per cui disegnare quella particolare storia mi serviva quasi ad esorcizzare ciò che avevo dentro, gettandolo fuori in modo creativo e costruttivo.

Cosa vuoi trasmettere con quest'opera? Perché l'hai scelta?

In parte credo di aver già riposto prima, comunque "Ricordami" è lo specchio di molte tristi e/o difficili realtà che sempre più ci circondano, con le quali molti di noi, soprattutto adolescenti, convivono. Racconta di bullismo (anche se questo è solo lievemente accennato), di autolesionismo, di abbondono, di violenze familari, di suicidio... ma anche di amore. Con questa mia opera e con il mio stile, volevo affrontare queste tematiche per indurre poi chiunque l'avesse letta a pensare, a riflettere un po' di più su ciò che abbiamo intorno e che spesso, per scelta, ignoriamo o fingiamo di farlo. Purtroppo però queste realtà esistono e diventa ogni giorno sempre più facile imbatterci in loro. Se questo dovesse accadere, beh, spero che ci venga data la forza e il tempo per poter fare qualcosa, per poter aiutare o essere aiutati e fare quindi la differenza. Nel mio piccolo so di aver prestato il mio aiuto a persone in difficoltà quando ne hanno avuto bisogno, come sono stata anche in grado di accettare a mia volta la stessa condizione, ovvero riconoscere di aver bisogno di aiuto, chiedere aiuto e farmi aiutare. Quindi... sì, ho scelto questa storia proprio per il messaggio che contiene e che spero possa essere compreso e ascoltato da tanti altri.

Cosa ti trasmette ancora il mondo del fumetto?

Beh, trovo che il mondo del fumetto ad oggi sia ancora in piena crescita evolutiva. Ogni volta che entro in una fumetteria, a parte il sognare che un giorno ci possa essere anche qualcosa di mio, resto ancora incantata da quanto ci sia da raccontare, da mostrare. Ai miei tempi di adolescente i manga in circolazione erano davvero pochissimi, relegati in un angolino buio delle edicole o in un unico scomparto nella stanza più lontana delle librerie o fumetterie, oggi invece c'è davvero di tutto, in alcuni casi oserei dire forse troppo. Oggi è possibile trovare storie che vanno incontro alle esigenze sia grafiche che narrative di qualsiasi lettore e trovo che questo sia il più bel risultato ottenuto nel mondo del fumetto, manga soprattutto. Un'altra rivincita poi di questo settore è stata anche l'essere ricosciuto a livello scolastico come una vera e propria forma di lettura, al pari di romanzi, giornali o riviste.

Cosa c'è nel tuo futuro?

Uhm... nel mio futuro c'è... beh, magari una statuetta o comunque un riconoscimento reale da questa edizione di Yaruki? Di certo non mi dispiacerebbe! Scherzi a parte (ma non troppo) nel mio futuro ci sono diverse collaborazioni su cui sto lavorando tuttora. Si tratta in vero di commissione per amici, conoscenti, quindi in un ambito ancora ristretto, ma intanto mi permettono di farmi conoscere e di spaziare un po'. A dicembre dovrebbero uscire nelle librerie due romanzi di favole per bambini di un mio vecchio amico con le copertine realizzate da me. Sempre un altro amico è alle prese con il secondo volume di un romanzo e la copertina (come già per il primo volume) sarà mia... e poi altri piccoli progetti, non ultimo quello di poter effettivamente pubblicare anch'io la mia raccolta "A piccoli passi". Insomma, diciamo che alla fine di carne sul fuoco ce ne è davvero tanta. Vedremo un po' come si evolveranno le cose, intanto vado avanti, un passo alla volta, a piccoli passi.

Grazie di tutto Anita, finalmente hai potuto fare il tuo ritorno. Chiudiamo con un saluto.

Sì certo, grazie mille a te Alex e a Yaruki, un saluto e un abbraccio a tutti. A presto.
 



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